«Ortofrutta, le priorità per il futuro governo»

Spaventa il rischio ingovernabilità: i commenti dei big del settore

«Ortofrutta, le priorità per il futuro governo»
Pentastellati primi per distacco e "dominatori" al Sud, Lega “gettonatissima” al Nord e leader nel centrodestra a scapito di Forza Italia, Partito democratico ai minimi storici: il voto del 4 marzo restituisce l’immagine di un’Italia politicamente cambiata, divisa in due tronconi, a rischio ingovernabilità. E nel settore ci si interroga sui possibili scenari.

Per Paolo Bruni, presidente di Cso Italy, dalle urne è emersa “chiara e forte la richiesta degli elettori di cambiamento; alcuni temi come l’immigrazione e l’occupazione hanno alimentato in modo particolare il dissenso e questo segnale, chi si troverà a governare il Paese, farà bene a non sottovalutarlo". "Mi auguro - prosegue Bruni - si trovi la quadra e si riesca a formare un governo: serve un forte senso di responsabilità come in Germania dove sono riusciti a farcela nonostante le diversità degli schieramenti. Tornare a votare subito con questa legge non risolverebbe il problema”.


Paolo Bruni

“Durante la campagna elettorale sono volati gli stracci - dice il presidente di UnaproaAntonio Schiavelli - ora bisogna che la politica si metta al lavoro sul serio e che l’ipotetico quadro di instabilità si dissolva: ci affidiamo al presidente della Repubblica”. Schiavelli sottolinea poi come “in vista di scadenze importanti per l’agricoltura e il settore ortofrutticolo come la riforma della Pac e la discussione sull’Ocm, sia fondamentale un Parlamento operativo, che funzioni”. 


Antonio Schiavelli

“L'auspicio - annota Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta - è che da queste elezioni nasca un governo che remi a favore delle imprese, un governo che semplifichi, riduca la burocrazia, stimoli il Made in Italy, non destabilizzi l’economia e il settore”.


Vincenzo Falconi

Preoccupata la voce della cooperazione: “In Europa - sottolinea Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo dell'Alleanza delle cooperative - stiamo discutendo l’asset finanziario della prossima Pac, a livello globale c’è il protezionismo di Trump, c’è la vicenda Brexit, c’è l’Italia invasa da merci di altri Paesi: in uno scenario così complesso servirebbe un governo forte, determinato, stabile, in grado di dare risposte alle esigenze del Paese. Ma oggi non c'è, e rischia di non esserci a lungo”. 


Davide Vernocchi 

Anche per il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini le elezioni hanno evidenziato la “voglia di cambiamento del Paese". "Renzi - afferma Piraccini - è stato penalizzato dalle promesse che, secondo gli italiani, non ha saputo mantenere. Se i Cinque stelle si metteranno in gioco e discuteranno in materia aperta potrebbero venir fuori elementi di novità interessanti. Rischio ingovernabilità? Un po’ di preoccupazione c’è, ma non dimentichiamo che la Germania è stata senza governo sei mesi e la Spagna 10, senza che il Pil dei due Paesi ne abbia risentito”.  


Renzo Piraccini

Dal mondo dei Mercati all’ingrosso, Valentino Di Pisa, presidente di Fedagro mette in rilievo come “la vittoria netta dei Cinque stelle e della Lega dimostri la voglia di cambiamento e la necessità di portare avanti i cavalli di battaglia dei due schieramenti". Ma si riuscirà a fare un Governo? "Difficile dirlo, nessuno ha i numeri, ma se troveranno in fretta un accordo sui nomi dei presidenti di Camera e Senato sarà un segnale positivo della voglia di costruire. Nel frattempo, speriamo non ci siano riflessi negativi di natura politica e finanziaria". "L'auspicio - conclude l'esponente di Fedagro - è quello che chiunque vada al governo dia finalmente all’agroalimentare il peso che merita. Anche se in queste ore mi pongo una domanda: che fine farà il Tavolo ortofrutticolo?”.


Valentino Di Pisa 

Vede un concreto "pericolo ingovernabilità" Fabrizio Piva, amministratore delegato del Ccpb e "voce" del biologico: “Un rischio che era evidente sin da quando è passata questa legge elettorale e che oggi è realtà". "Siamo un Paese strano - conclude amaro Piva - le teste e le energie migliori non si impegnano in politica ormai da anni. Con queste premesse è fondamentale che l’Italia, per lo meno, rimanga in sintonia con l’Europa. Ma attenzione: la pari dignità con gli altri Paesi bisogna guadagnarsela. Servirebbe per questo maggiore qualità in chi ci rappresenta”.

Fabrizio Piva

Nel tardo pomeriggio di ieri, intanto, Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni da segretario del Pd: "lascerò la guida del partito dopo la formazione del governo", ha detto nel corso di una conferenza stampa in cui ha assicurato che "il posto del nostro partito è l'opposizione: non saremo la stampella di nessuno".

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