Greenyard Fresh Italy: più mercato interno, esotico e bio

Trend e strategie dell'ex Univeg, fatturato a 150 milioni di euro

Greenyard Fresh Italy: più mercato interno, esotico e bio
Più Italia, frutta esotica e biologico nel futuro di Greenyard Fresh Italy: la società specializzata nell’import-export di frutta e verdura fresca con sede a Trevenzuolo (Verona) si prepara a incrementare la quota nella Penisola, dove già lavora con alcune tra le principali catene della Gdo e Mercati all’ingrosso, facendo leva su alcune referenze strategiche. 

Il direttore generale dell'ex-Univeg Roldano Calzolari anticipa i passaggi chiave dell’esercizio che si chiuderà il prossimo 30 marzo: “Nel complesso un’annata positiva" spiega. "Il fatturato scenderà da 158 a 150 milioni di euro circa ma la marginalità, al 30 gennaio, era in linea con quella della stagione precedente. Due i motivi della leggera flessione: la riduzione di 4-5 milioni di euro del business con Rewe in Germania, che ha lavorato di più con la sua società di riferimento in Italia, e il calo dell’export di mele e kiwi in Medio Oriente e nei mercati di Oltremare a causa dei prezzi alti e del cambio euro-dollaro meno favorevole rispetto al passato”. “Grecia e Iran - annota Calzolari - stanno diventando sempre più competitivi per il kiwi, anche se il Paese asiatico non può offrire una qualità all’altezza del Made in Italy”.



Complessivamente, l’export di Greenyard Fresh Italy vale 130 milioni di euro; i 20 milioni garantiti dal mercato nazionale dovrebbero crescere, nelle intenzioni del management, fino a raggiungere quota 30-35 milioni, attraverso il perfezionamento della riorganizzazione in corso e l’acquisizione di una società. “Tra i canali distributivi - prosegue Calzolari (foto sopra) - puntiamo sicuramente sulla Gdo, mentre per quanto riguarda i prodotti notiamo un notevole interesse dei consumatori italiani per la frutta esotica: è il settore che sta crescendo maggiormente e stiamo valutando come aumentarne le importazioni”.
Import che, nel complesso è calato: “la finestra per mele e pere è sempre più esigua, anche se quest’anno la carenza di materia prima dovrebbe incentivare gli acquisti da Oltreoceano. Non trattiamo, invece, banane e ananas”. 



Tra i punti di forza dell’azienda - che fa riferimento al colosso belga di cui ha assunto lo scorso anno il nome - c’è il biologico, che vale 42 milioni di euro, il 90% dei quali derivanti  da business con l’estero. “Anche in questo caso vogliamo rafforzare il nostro peso in Italia”, afferma il manager.

Greenyard Fresh Italy punta inoltre a diversificare la clientela straniera. Perchè oltre alla Germania, che resta il principale sbocco, c’è di più: “Siamo protagonisti in Medio OrienteCina e India, Paese dove abbiamo avviato un paio d’anni fa una jont venture: il mercato indiano è interessante, anche se non facile“. Sguardo attento anche sull’Est Europa, “nella convinzione - conclude Calzolari - ci siano ampi margini di crescita”. 

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