Mercato e global, gli altri rischi per l'agricoltura

Dai Georgofili le proposte per efficaci strumenti di valutazione e intervento

Mercato e global, gli altri rischi per l'agricoltura
Dopo l’incontro organizzato dall’Accademia dei Georgofili il 15 febbraio per analizzare la gestione del rischio in agricoltura, Ferdinando Albisinni, accademico emerito dei Georgofili, ha riunito in un documento di sintesi le proposte e le considerazioni scaturite.

Da tutte le relazioni e gli interventi (pubblicate sul sito web dell’Accademia) – scrive Albisinni - è emersa la consapevolezza che ai tradizionali rischi (biologico, meteorico, ambientale), pur se diversamente declinati nei decenni, si è aggiunto il rischio crescente legato alla progressiva apertura dei mercati e all’abbandono di politiche di garanzia dei prezzi. Insomma, il rischio di mercato, nelle sue tante declinazioni legate alla globalizzazione, è diventato centrale, al punto che oggi sembra doveroso parlare di rischi (al plurale) in agricoltura, per designare l'insieme di complesse criticità che investono questa attività.

D’altra parte, ricorda Albisinni, la stessa Commissione Europea, nelle proposte di riforma della Pac che si sono tradotte nei nuovi Regolamenti (UE) del dicembre 2013, ha riconosciuto: “A strong agriculture is vital for the EU food industry and global food security”. Il riconoscimento della missione storica originale assegnata all’agricoltura (fornire prodotti agricoli sicuri) e del suo ruolo centrale per lo sviluppo dell'industria alimentare europea. I rischi in agricoltura non sono, dunque, soltanto i rischi dell’impresa agricola, ma quelli dell’intera filiera e degli stessi consumatori.

Lo scorso 15 febbraio, poi, relazioni e interventi hanno messo in evidenza come la diffusione delle polizze assicurative, e il sostegno di queste con risorse pubbliche, costituisca elemento essenziale e irrinunciabile di ogni politica di gestione del rischio in agricoltura. Tuttavia, a tali strumenti - per loro natura destinati a operare ex-post - occorre affiancare, in misura crescente, strumenti destinati a intervenire ex-ante, capaci di prevenire che l’evento futuro e incerto di rischio si traduca in danno concreto.

In questa prospettiva, è emerso con chiarezza un secondo elemento comune alle attuali tipologie di rischio: la globalizzazione, che incide sia sulla diffusione di nuove fitopatie ed epizoozie, sia sulla estrema variabilità dei prezzi dei prodotti agricoli.
L’esame delle esperienze di altri Paesi europei, e degli Stati Uniti, ha confermato l’esigenza di ricercare soluzioni innovative e originali in riferimento a temi nuovi e risalenti, inclusi quelli legati al cambiamento climatico, alle epizoozie e fitopatie collegate alla circolazione crescente fra aree un tempo isolate, alla fauna selvatica, alle dinamiche dei prezzi, ai fenomeni naturali.

Due recenti Regolamenti dell’Unione Europea, esaminati nel corso della giornata di studio, hanno permesso di formulare alcune prime proposte di intervento, nell’immediato e nel medio periodo. Il primo riferimento è al Regolamento (Ue) n. 2017/625, che ha radicalmente modificato il pacchetto igiene e l’esistente sistema dei controlli sui prodotti alimentari, estendendo le definizioni di pericolo e di rischio sino a comprendere non soltanto gli eventi di possibile danno per la salute umana, ma tutti gli eventi che possano portare danni alle specie animali, vegetali e all’ambiente, introducendo coì una nozione plurale di rischio in agricoltura che direttamente si collega alle diverse declinazioni del ciclo della vita.
Da questo punto di vista, gli organismi pubblici di controllo - che dal 2019 dovranno assicurare la piena implementazione di questo Regolamento -  dovranno adottare modelli di rischio adeguati a questa sua nuova e più ampia perimetrazione.

Il secondo riferimento emerso è quello al Regolamento Omnibus, che ha modificato in più punti il pacchetto di Regolamenti (UE) sulla Pac del dicembre 2013, prevedendo tra l'altro la valorizzazione degli accordi di mercato intesi ad assicurare redditi adeguati agli agricoltori e a stabilizzare i mercati, riducendone i rischi; l’accresciuto intervento in fondi di mutualizzazione destinati a intervenire in caso di drastico calo dei redditi di agricoltori impegnati in un determinato settore; la riscrittura delle norme in tema di concorso pubblico alla copertura dei costi delle polizze assicurative, sia riducendo le percentuali di danno previste per poter beneficiare di pagamenti compensativi per tali danni, sia prevedendo maggiori interventi pubblici per la copertura dei costi di sistema.

Per Albisinni, la realizzazione in Italia di questi (ambiziosi) progetti europei richiede il coerente impegno di tutte le istituzioni nazionali, sia statali (e dunque anzitutto il Mipaaf e gli enti che operano in agricoltura), sia regionali. Il nuovo regolamento segna, infatti, un significativo passaggio di risorse dal primo pilastro (degli aiuti diretti) al secondo pilastro, e dunque ai Piani di sviluppo rurale, nazionale e regionali.

E’ una sfida, questa, che richiede alle istituzioni di adottare strumenti flessibili di valutazione e intervento, adeguati alla pluralità dei rischi, e una significativa riduzione dei costi di gestione amministrativa, anche attraverso una diffusione generalizzata delle polizze quale componente ordinaria delle politiche di sostegno. Oltre che il trasferimento sulla pubblica amministrazione degli oneri amministrativi e gestionali, che oggi gravano pesantemente sulle imprese.

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