Mercato di Milano: via libera al restyling, ma i grossisti non ci stanno

Ok del Consiglio comunale, tra i nodi piattaforme logistiche e gestione

Mercato di Milano: via libera al restyling, ma i grossisti non ci stanno
Il Consiglio comunale di Milano ha approvato ieri sera la delibera che dà il via al progetto del “nuovo” Mercato, ma i grossisti non ci stanno. E così ancora, una volta, la riqualificazione rischia di non andare a buon fine. Due in particolare, i punti su cui la categoria - presente alla seduta consiliare caratterizzata da un vivace dibattito e una dozzina di emendamenti, con l’assessore a bilancio e demanio Roberto Tasca che ha risposto a numerose osservazioni della minoranza - è in disaccordo e che vengono definiti essenziali dal presidente di Ago-Fedagro Confcommercio Fausto Vasta

Il primo è la collocazione delle piattaforme logistiche. Sulla carta al momento sono due, una interna e l'altra esterna. Ed è quest'ultima a essere criticata dagli operatori: “Il luogo scelto da Sogemi e dal suo presidente Cesare Ferrero - dice Vasta - non è funzionale nè idoneo al mantenimento del catena del freddo, si trova in un’area verde distante 600-700 metri dalle nostre attività. Oltretutto, fino a due anni fa, l’area ospitava concerti estivi che garantivano alla società di gestione un introito di circa 300mila euro, quindi era già a reddito: ora Sogemi decide di rinunciarvi e di cementificare, sottraendola alla città, pur non avendo i requisiti ideali per le nostre aziende a differenza di altre aree collocate all’interno del perimetro mercatale che sarebbero sicuramente più funzionali. La piattaforma è la struttura fondamentale del nuovo Mercato, farla nel posto sbagliata è assurdo”. 



Il secondo motivo di malumore degli operatori è legato alla gestione della struttura: “Abbiamo sentore che ci sia una chiusura totale all’idea di condividerla con noi, ci vogliono tenere a distanza”, dice Vasta. “Sono oltre 20 anni che litighiamo sulla gestione, i grossisti pretendono di dire la loro ed essere coinvolti”. Altri temi sul tappeto, come è emerso ieri durante la discussione - conclusa con 26 voti a favore della delibera e 5 contro - la cessione delle aree alla Sogemi, la durata dei contratti d’affitto, il regolamento, la definizione della tariffa e delle tasse locali.


Sulle colonne del dorso milanese del Corriere della Sera, ieri, Ferrero replicava che “le novità possono spaventare, ma per la prima volta l’Ortomercato avrà una piattaforma logistica agroalimentare che sarà punto di riferimento per attività complementari, dalla trasformazione al packaging”. "Il Comune di Milano è disposto a mettere sul tavolo 280 milioni di euro per il rilancio del Mercato", ha detto ieri l'assessore Tasca (foto sopra).

Dopo l’intesa di massima seguita all’annuncio del restyling “low cost” del principale Ortomercato italiano e l'approvazione della Giunta di Palazzo Marino insomma, le parti si sono gradualmente distanziate (“Rispetto alle intese raggiunte mesi fa la situazione è degenerata” aveva detto nei giorni scorsi Vasta accusando la gestione Ferrero “di essere disastrosa, con un livello di pulizia del Mercato indecente benché i costi siano astronomici”) e oggi ci si trova di fronte a una spaccatura rilevante: "L'impressione è che tutto il 2018 verrà dedicato al confronto tra le parti", conclude l'esponente dei grossisti. Il futuro, per l’Ortomercato, resta un’incognita. 

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