Compag: è la scienza il vero motore della competitività

Compag: è la scienza il vero motore della competitività
L'agricoltura non deve fare affidamento sui sussidi pubblici, ma puntare a innovazione, lavoro, benessere e qualità. E' quanto ha ribadito Compag - Federazione nazionale commercianti prodotti per l'agricoltura - in un recente convegno organizzato a Milano da Confagricoltura.

"Gli operatori dell'intera filiera agricola - ha spiegato la Federazione - sono fortemente impegnati per un'agricoltura sostenibile che impieghi in modo ponderato i mezzi tecnici e le tecnologie disponibili per assicurare processi produttivi efficienti e prodotti competitivi sui mercati internazionali, generando al contempo valore per l'azienda agricola".

Da sempre Compag sostiene l'importanza di scienza e tecnologia per un'agricoltura competitiva in grado di creare valore, e si impegna per diffondere tale approccio presso il grande pubblico. Ma perché ciò sia possibile, i sistemi di informazione dovrebbero compiere un salto di qualità, come ha sottolineato la scienziata e senatrice Elena Cattaneo in occasione del convegno. L'opinione pubblica è frastornata da una pioggia di notizie contrastanti di cui non si riesce a valutare il grado di attendibilità. Emblematiche a questo riguardo sono le linee guida di cui si è dotata la Bbc, volte a garantire elevati standard di imparzialità e accuratezza nella comunicazione scientifica tramite elenchi di esperti accreditati da inconfutabili risultati scientifici.

"Per esempio - spiega Compag - il biologico viene spesso indicato dai mezzi di informazione come lo strumento di garanzia di qualità e salubrità, ma le analisi eseguite da associazioni di consumatori indicano che, dal punto di vista nutrizionale, i prodotti biologici sono pressoché identici agli alimenti ottenuti con tecniche convenzionali. Non solo: talvolta, carote e pomodorini biologici contengono addirittura sostanze quali nitrati e rame in quantità superiori rispetto a quelli provenienti da agricoltura convenzionale. Secondo l'ultimo censimento Istat, i terreni dedicati alle coltivazioni biologiche corrispondono al 4% circa della superficie agricola totale, ma per l'80% si tratta di zone di collina e montagna, e per il 67% di colture di cereali, foraggere, prati e pascoli che anche nel convenzionale sono condotte con apporti minimi, se non nulli, di sostanze chimiche. Attualmente il biologico rappresenta solo il 3% della produzione agricola nazionale, nonostante il settore goda di contributi e aiuti pubblici da oltre vent'anni".

Compag si domanda, dunque, "perché le istituzioni consentano che ingenti risorse dei contribuenti vengano destinate a operazioni di puro marketing, per promuovere prodotti marginali che peraltro non garantiscono una qualità nutrizionale migliore. In Europa - evidenzia la Federazione nazionale - le caratteristiche intrinseche e le condizioni di utilizzo dei prodotti fitosanitari vengono valutate da due principali istituti, l'Echa (European chemical agency) e l'Efsa (European food safety agency), in base a studi eseguiti secondo le buone pratiche di laboratorio e seguendo regole definite. Le modalità di conduzione degli stessi sono certificate da un sistema di qualità esterno che si assicura che tali regole vengano rispettate. Da 15 anni a questa parte, inoltre, molti studi non vengono condotti dalle compagnie produttrici, ma da contractor esterni che talvolta sono addirittura all'oscuro del nome effettivo della sostanza oggetto di studio perché rimpiazzato dal codice sperimentale. La produzione agricola convenzionale è dunque altamente controllata e verificata, e l'impiego della chimica consente di ottenere produzioni competitive e remunerative per le aziende agricole nonché produzioni di elevata qualità e indiscussa salubrità".

Fonte: Ufficio stampa Compag