Cala lo spreco alimentare, Italia in prima linea

Ma secondo Waste Watcher ogni famiglia butta ancora 145 chili l’anno

Cala lo spreco alimentare, Italia in prima linea
“Diminuisce lo spreco alimentare in Italia. Non solo, le eccedenze recuperate e destinate ai più bisognosi sono aumentate del 20% e, così, si è potuto anche garantire cibo a più di un milione e mezzo di persone”. Lo ha dichiarato ieri il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione della Giornata per la lotta allo spreco alimentare.

“Grazie al lavoro dei tantissimi volontari degli enti caritatevoli che sono un pilastro del nostro modello antispreco. Sono protagonisti – ha specificato Martina - del coordinamento che abbiamo creato al Mipaaf e nel quale abbiamo messo insieme tutti i soggetti della filiera alimentare”.

Dagli agricoltori ai mercati, dai trasformatori alla grande distribuzione, fino alle Istituzioni: tutti impegnati dunque contro lo spreco per raggiungere un milione di tonnellate di cibo recuperato.
“È uno dei più bei risultati ottenuti anche grazie al lavoro che abbiamo fatto in questi anni, da Expo e con la legge contro gli sprechi. Ora - conclude Martina - dobbiamo andare avanti, lavorando soprattutto sull'educazione civica perché più della metà del cibo si spreca a casa. Iniziamo dall'impegno di ognuno di noi per essere davvero una generazione a spreco zero”.

Secondo i dati forniti dal ministero dell'Ambiente e dal progetto Reduce dell’Università di Bologna, ogni anno in Italia finiscono in pattumiera 2,2 milioni di tonnellate di cibo pari a 8,5 miliardi di euro. E secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale (1,3 miliardi di tonnellate edibili) sono perduti o sprecati ogni anno lungo l’intera catena di approvvigionamento, per un valore di 750 miliardi di dollari.

L’indagine Coldiretti/Ixe’ rivela invece che quasi tre italiani su quattro (71%) hanno diminuito o annullato gli sprechi alimentari nell'ultimo anno, mentre il 22% li ha mantenuti costanti. Ma c’è anche un 7% che dichiara di averli aumentati.
Il risultato è che, nonostante la maggiore attenzione, il problema resta rilevante con lo spreco di cibo che nelle case degli italiani ammonta ancora a circa 145 kg l’anno per famiglia secondo Waste Watcher. Agli sprechi domestici che secondo la Coldiretti rappresentano in valore ben il 54% del totale vanno aggiunti quelli nella ristorazione (21%), nella distribuzione commerciale (15%), nell’agricoltura (8%) e nella trasformazione (2%) per un totale di oltre 16 miliardi l'anno.

 “Tra i valori aziendali - spiega Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì - quello della tutela ambientale è sicuramente ai primi posti perché da sempre sosteniamo i sistemi produttivi e di distribuzione a minor impatto ambientale. Lo spirito della Giornata della prevenzione allo spreco alimentare è in linea con l’impegno che da trent’anni mettiamo nella nostra impresa sostenendo circa 300 aziende agricole che adottano un modello agricolo e sociale che pone al centro la cura dell’ambiente naturale e il risparmio di risorse. Lavoriamo avendo bene in mente che lo spreco alimentare si combatte fin dall’origine della produzione, dai campi allo scaffale, per questo è necessaria una nuova alleanza fra chi produce cibo, chi lo commercializza e chi lo consuma. Solo questa alleanza può rendere efficiente e trasparente tutta la filiera, essa deve basarsi su rapporti continuativi e di reciproca fiducia, rinunciando a un economia mordi e fuggi che rende il sistema inefficiente, costoso per l'ambiente e, alla lunga, costoso per ogni singolo consumatore”.

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