I Mercati europei «scendono in campo»

Nasce Federazione tra sette Paesi. Pallottini: l'Ue deve ascoltarci

I Mercati europei «scendono in campo»
Una federazione europea dei Mercati agroalimentari all’Ingrosso per dare voce a Bruxelles, all'interno di Unione e Commissione, ai protagonisti di una rete infrastrutturale capace di distribuire 25 milioni di tonnellate annue di prodotti agroalimentari freschi nell’Ue a 27, assicurando 150mila posti di lavoro, accogliendo l’offerta di  25mila agricoltori ed esprimendo vendite per 70 miliardi di euro a 200 milioni di clienti diretti e indiretti.

Il sodalizio è stato ufficialmente lanciato ieri a Roma e raggruppa le principali “associazioni” nazionali di settore di sette Paesi: Italia (rappresentata nell'occasione da Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati; Marco Lazzarino, presidente del Cat di Torino e Giorgio Licheri, direttore del Mercato di Sestu), Francia (c'erano Frederique Wagon e Jan Jaque Bolzan della Federazione mercati Ffmin e Florian De Saint Vincent del Mercato di Rungis), Spagna (con David Martinez Fontano di Mercasa), Germania (Frank Willhausen), Polonia (Gregors Empowichz e Mical Costelekky dell'associazione nazionale), Portogallo (presenti Rui Paulo Figueredo e Mariana Saldanha) e Grecia (Stefania Georgakakou Koutsonikou con Giannis Triantafillis).

Insieme per diventare interlocutori diretti delle istituzioni comunitarie, uniti per un confronto che da un lato valorizzi gli operatori della filiera legata ai Mercati (logistica, produttori, grossisti), dall'altro permetta di accedere a finanziamenti riempia "il vuoto di rappresentatività che - è stato detto - sconta inspiegabilmente a Bruxelles e Strasburgo il settore degli agromercati all’ingrosso”. 


Per Pallottini "i mercati europei devono lavorare insieme e ribaltare il livello di interlocuzione con l’Ue che oggi è insoddisfacente per non dire nullo: dobbiamo preparare un piano 2.0 dei Mercati con l’Europa", ha detto l'esponente italiano. “Si avvicina la stesura del bilancio dell’Unione - ha aggiunto - poi ci sarà la riforma della Politica agricola europea post 2020 e in quest’ottica gli obiettivi comunitari di sviluppo rurale, sicurezza alimentare, promozione dei prodotti, informazione ai consumatori, controlli di qualità e rilancio delle filiere corte non possono vedere esclusi i Centri all’ingrosso dalle politiche agricole europee, perché ne costituiscono l’ossatura commerciale”.

Sul tavolo tanti temi: sicurezza alimentare, controlli igienico-sanitari, gestioni dei rifiuti, nuove tecnologie, standard di qualità, assetti logistici, catena del freddo, investimenti a favore di consumatori e produttori agricoli. 

Nome e veste organizzativa dell'aggregazione sono ancora da definire: italiani, francesi, spagnoli vorrebbero federarsi, greci e polacchi preferirebbero una struttura più "leggera".  
Sarà ora redatto uno Statuto insieme a un "Manifesto" dei mercati europei che sarà presentato nei singoli Paesi e poi alle istituzioni continentali.

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