Francia, l'exploit del bio fa impennare l'import

Un mercato da otto miliardi di euro che richiede un cambio di passo della produzione

Francia, l'exploit del bio fa impennare l'import
Francia del biologico a un bivio: la travolgente crescita della domanda non trova un’adeguata risposta sul fronte dell’offerta e ciò porta il “sistema produttivo” a interrogarsi su come fronteggiare un mercato che dovrebbe aver superato gli 8 miliardi di euro nel 2017 (+14% sul 2016), stando alle stime di Coface. Il 29% dei beni biologici sono importati, in aumento per la prima volta dal 2009. Dal 2014, il mercato dei prodotti bio registra in Francia una progressione a doppia cifra. Questa tendenza ha trovato conferma nel primo semestre 2017 e lascia presagire, appunto, una crescita del 14% circa per l’intero anno. Malgrado il peso ancora modesto sull’agroalimentare (3,5% nel 2016), i consumi di prodotti bio sono in prepotente ascesa: nel 2016, il 69% dei francesi li acquistava almeno una volta al mese, il 15% li consumava quotidianamente.

Anche se la quota di superfici coltivate secondo il modello bio è aumentata in virtù del picco di conversioni registrato negli ultimi due anni, l’incidenza sul totale della superficie agricola utile rimane modesta (6,5% nei primi sei mesi del 2017), meno della media europea e ben distante da Austria, Svezia, Estonia, Italia e Repubblica Ceca. Ci si attende, prosegue il report Coface, un deciso incremento dell’offerta grazie all’ondata di conversioni avviata fra il 2014 e il 2016, ma la dinamica dei consumi è tale che il settore dovrà cambiare passo per incrementare i rendimenti e la scala di produzione. Altrimenti, si dovrà fare ulteriore ricorso a prodotti importati, che già oggi costituiscono quasi un terzo dei prodotti bio consumati.

Secondo i dati di Coface le aziende agricole bio presentano una buona solidità finanziaria. I comparti con una quota più elevata di produzione da agricoltura biologica sono anche quelli che hanno registrato meno insolvenze d’impresa nel periodo 2012-2016, mentre le insolvenze del settore nel suo insieme sono aumentate del 4,9% l’anno. Nel comparto della frutta (che ha una quota del 14,8%), si registra una riduzione delle insolvenze  (meno 5,6%) contrariamente a quanto avviene per i seminativi (quota 2,1%, incremento del 12%).

Nonostante il dinamismo e una relativa solidità, per Coface, sembra inevitabile un cambiamento del settore bio. La linea dipenderà molto dalla capacità di incrementare i rendimenti dei terreni, generalmente inferiori tra il 19% e il 25% rispetto a quelli delle superfici agricole tradizionali. Un contributo può arrivare dal ricorso all’innovazione per un’agricoltura di precisione (utilizzo di sensori e semplificazione della logistica) e dall’aumento di dimensioni delle aziende agricole. In Francia, infatti, le imprese bio sono poco più grandi della media europea (48 ettari contro 40) e decisamente più piccole rispetto al resto del settore, al contrario di una buona parte dei Paesi europei; ciò ne indebolisce la vitalità economica.