Mercato di Torino, incognite nel dopo-Busi

L'improvvisa scomparsa del direttore generale frena i progetti

Mercato di Torino, incognite nel dopo-Busi
La recente, improvvisa scomparsa di Massimo Busi complica le cose al Centro agroalimentare di Torino. Busi, 56 anni, mancato in dicembre, era direttore generale del Caat dal 2005, confermato nell’incarico lo scorso settembre, in occasione del rinnovo del Cda che aveva portato alla presidenza Marco Lazzarino

Prima dell’arrivo nel capoluogo piemontese, era stato direttore dell’Associazione commercianti grossisti del Mercato ortofrutticolo di Bologna (Acmo), vicepresidente del Centro agroalimentare felsineo, direttore generale del Centro Agroalimentare di Rimini e consigliere di Mercati Associati.

Una lunga “militanza” nel mondo dei Mercati che gli aveva consegnato una professionalità e un’esperienza importanti che sono ora venuti a mancare in un momento delicato, contrassegnato tra l’altro da una fase di profondo rinnovamento: anche il presidente dell’Associazione piemontese dei grossisti ortofrutticoli (Apgo), il giovane Stefano Cavaglià, è una new entry, essendo stato nominato lo scorso giugno dal consiglio direttivo dell’associazione dopo trent’anni di leadership di Ottavio Guala.

Proprio il venticinquenne Cavaglià, esponente di una storica famiglia di grossisti, spiega a Italiafruit News che “molti dei progetti e delle iniziative che erano state pianificate subiranno inevitabilmente un rallentamento, mentre si stavano facendo ragionamenti sui dissidi tra operatori ed ente gestore, cercando di trovarvi una soluzione”. 
Lo scorso anno, prima del rinnovo delle cariche, gran parte degli operatori aderenti all’Apgo, avevano minacciato di abbandonare il Caat.

Nei giorni scorsi Lazzarino ha comunicato che l’operatività del Mercato sarà pienamente garantita; il presidente del Centro agroalimentare dovrebbe assumere temporaneamente le deleghe che erano di Busi. Il Caat ha come socio di maggioranza assoluta il Comune di Torino con il 93% delle quote. E tra i temi caldi sul tappeto, c’è la cessione di una parte di queste quote nel quadro delle razionalizzazioni e dismissioni di aziende partecipate previste dalla legge Madia. In occasione di un incontro in Comune avvenuto lo scorso ottobre, Busi e Lazzarino (insieme nella foto in cui il presidente è a destra) non avevano espresso orientamenti personali in proposito: “il consiglio d’amministrazione agirà in base alla volontà dei soci”.

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