Ortomercato di Milano, i 130 euro d'affitto fanno discutere

«Segnale preoccupante» per alcuni grossisti di altre città. Ma Vasta: risparmi notevoli

Ortomercato di Milano, i 130 euro d'affitto fanno discutere
Centotrenta euro a metro quadro: tanto pagheranno d'affitto i grossisti nel “nuovo” Ortomercato di Milano, prossimo al sospirato restyling, atteso da anni. Cinquantacinque euro in più rispetto all’attuale canone, un incremento robusto che ha fatto "sobbalzare" alcuni grossisti di altri Centri agroalimentari italiani. “Assolutamente condivisibile l'entusiasmo per l'ammodernamento dell'Ortomercato di Milano, preoccupante per la categoria dei grossisti italiani e dei produttori agricoli il costo di 130 euro a metro quadro annui, considerando che i costi della movimentazione non sono stati ancora definiti”, commenta Oliviero Gregorelli, operatore nel “vicino” Mercato di Brescia. Secondo cui è legittimo pensare che “l’ammodernamento dei Centri Agroalimentari all'Ingrosso vada nella direzione dei Centri Commerciali dove i benefici maggiori sono riservati ai gestori della struttura e ai fornitori di servizi”. 

Da Nord a Sud, dalla Lombardia alla Sicilia, Giuseppe Guagliardi, del Maas di Catania sottolinea che “il Mercato non deve essere fatto sulle spalle dei grossisti: un termometro importante è il valore della concessione, oggi le aziende nei Mercati chiudono perché non trovano chi è disposto a subentrare o a rilevare l'azienda. Fuori dal contesto mercatale e dei Centri agroalimentari, però, il settore della frutta all’ingrosso non è in crisi”.



A Milano, tuttavia, la questione è stata attentamente presa in considerazione dai grossisti: “L’aumento del canone - spiega Fausto Vasta, presidente della Fedagromercati-Confcommercio meneghina - è dovuto al costo dell’opera e dall’ammortamento finanziario. A fronte di tale incremento sono stati calcolati risparmi di costo per numerose voci: movimentazione, energia elettrica, catena del freddo, minor tempo uomo-lavoro, minor numero di addetti nelle varie fasi operative. E poi minori costi gestionali per Sogemi, ampio utilizzo di automezzi elettrici nella logistica e altro ancora. Tutto come da ampio approfondimento nelle varie riunioni con gli operatori che sono stati coinvolti passo dopo passo e che, alla fine, hanno approvato a larghissima maggioranza l’accordo sottoscritto con Sogemi”.   
      
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