Agrocepi: all'ortofrutta italiana serve una lobby

Agrocepi: all'ortofrutta italiana serve una lobby
"Ci siamo cullati con l'idea della qualità, convinti che questa bastasse da sola per rendere competitivi i nostri prodotti; sono necessari invece anche sistemi reali di aggregazione che rendano più forte la nostra agricoltura". Con queste parole, Corrado Martinangelo, presidente di Agrocepi - federazione nazionale dell'agroalimentare nata dalla Confederazione europea delle piccole imprese - è intervenuto a Corigliano Calabro al convegno "Il sistema ortofrutticolo tra politiche nazionali ed europee. Confronto a tutto campo". 

"Dobbiamo liberarci una volta per sempre dalla frammentazione che essa sia il prodotto di individualismi o di burocrazie", ha aggiunto. "Chiediamo che per le aggregazioni per filiere ci siano misure fiscali incentivanti. Parafrasando il titolo di questo evento, l'agricoltura e l'agroalimentare devono smettere di giocare in difesa per ogni singolo settore, ma creare una relazione intersettoriale per dare ricchezza al Paese. Da una simile strategia troverebbero vantaggio non solo i produttori ma anche i consumatori". 

"Agrocepi - ha proseguito Martinangelo - propone a tutto il mondo sindacale e istituzionale di lavorare a un grande ammodernamento istituzionale. Semplifichiamo: non è possibile avere 21 politiche agricole regionali, una nazionale e una europea. Per dare maggiore competitività alle nostre imprese nei mercati mondiali, abbiamo proposto a Unaproa e a Italia Ortofrutta e a tutte le altre organizzazioni di lavorare a una grande lobby agroalimentare italiana, la cui chiave dovrebbe essere la seguente: includiamoci insieme". 
 
All'evento, svoltosi al Castello Ducale, sono intervenuti tra gli altri l'onorevole Ue Paolo De Castro, il presidente nazionale di Cepi Rolando Marciano, il vicepresidente di Agrocepi Cristian Vocaturi, il presidente nazionale di Unaproa Antonio Schiavelli, il presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo, il consigliere delegato all'agricoltura della Calabria Mauro D'Acri ed esponenti di altre organizzazioni di rappresentanza. Ha coordinato i lavori il dirigente di Agrocepi Ernesto Madeo.
  
Introducendo i lavori, Cristian Vocaturi ha sottolineato come la scelta di Corigliano fosse legata alla centralità di questa città nel sistema agroalimentare calabrese. "Corgliano Calabro - ha detto - è il vero pilastro dell'economia agrumicola della nostra regione".

Rolando Marciano ha successivamente evidenziato la necessità che le istituzioni passino da una politica degli annunci a un reale rapporto con le imprese e il mondo agroalimentare per promuovere un settore fondamentale per l'economia del Paese, liberandolo da lacci e lacciuoli burocratici che ne impediscono il progresso e la crescita. "Dobbiamo passare dalla politica degli annunci a quella della concretezza. D'altro canto le organizzazioni e i sindacati si devono impegnare per l'aggregazione anche al loro livello. Dobbiamo produrre proposte univoche in grado di favorire i nostri associati".

Da parte loro, Antonio Schiavelli e Gennaro Velardo hanno rimarcato l'unità di intenti tra le due Unioni e un'attenzione particolare alle produzioni del Sud. Velardo, inoltre, ha ringraziato Agrocepi per il protocollo di intesa sulle politiche ortofrutticole.

Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, ha poi illustrato le novità del pacchetto Omnibus della Pac, in particolare per il settore ortofrutta. "Ci sarà la possibilità di un raddoppio del premio di primo insediamento se si associano due giovani - ha detto De Castro - Per le crisi di mercato e le avversità atmosferiche cambia il parametro per accedere e, quindi, c'è una maggiore possibilità di attivare queste risorse. Il Parlamento ha portato al 20% la perdita di prodotto necessaria per l'attivazione, ha innalzato dal 65 al 70% l'intensità del contributo pubblico e introdotto la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite".

Per quanto riguarda invece la concorrenza, "i prezzi - ha detto l'onorevole Ue - possono essere stabiliti da organizzazioni agricole Op o Consorzi senza tenere conti delle autorità di vigilanza. Questo impone però che ci sia sempre più aggregazione nel mondo agricolo. E' indispensabile impegnarsi per accrescere le aggregazioni perché anche le piccole Op cominciano a non essere sufficienti".

Fonte: Cepi-Uci