«Mele di scarsa qualità pagate troppo, così si rovina il mercato»

Larcher (Pomis): «Con questi prezzi tanti Paesi non acquistano»

«Mele di scarsa qualità pagate troppo, così si rovina il mercato»
In un contesto melicolo minato da importanti cali produttivi, il Friuli Venezia Giulia si presenta con una situazione stabile, in linea con quella degli scorsi anni. Se le Gala hanno mostrato una leggera contrazione dei volumi, Granny Smith, Golden, Fuji e Imperatore spiccano per la pezzatura elevata e uniforme. Questa è l'analisi di Peter Larcher, presidente del Consorzio Mela Julia e di Pomis, 75 ettari di meleti per una produzione di circa 3.500 tonnellate di frutti.



Per quanti dispongono di prodotto si potrebbe pensare a una campagna commerciale facile, ma l'imprenditore mette in guardia: "Quest'anno si spuntano prezzi alti anche con mele non di qualità e questo è un problema: c'è troppa poca differenza di prezzo tra un prodotto che merita e uno scarso - osserva - Purtroppo la qualità non paga, almeno per il momento. Prevedere l'andamento della campagna è difficile. Ma quello che noto è che con questi prezzi tanti Paesi non acquistano mele. Anche i consumi nella Gdo italiana, dal mio osservatorio, sono più bassi. E con la stagione di clementine e arance che sta arrivando, la mela rischia di passare in secondo piano. Dico di stare attenti - ammonisce Larcher - e di non arrivare a un punto di rottura: se al dettaglio si superano i tre euro il chilo il consumatore potrebbe smettere di acquistare mele. Per me questo è il prezzo soglia da non oltrepassare".



Tornando a Mela Julia, sul fronte della qualità, il presidente si dice soddisfatto. "Non abbiamo avuto danni da gelo o da grandine, i nostri impianti sono dotati di sistemi antibrina e antigrandine - spiega - e le produzioni sono mediamente buone: non abbiamo problemi di colorazione e il finale di stagione, da un punto di vista climatico, è stato molto positivo. Le Gala, che rappresentano il 42% della nostra produzione, hanno calibri più piccoli, ma le abbiamo già vendute tutte, mantenendo solo lo stretto necessario per far fronte ai contratti in essere con la Gdo, con cui arriveremo fino a Natale. Per le Granny, invece, è un'annata decisamente favorevole".



In questo contesto c'è spazio per nuovi mercati? "Lo scorso anno avevamo aperto un canale con il Brasile - risponde Larcher - ma per il momento, visti i prezzi attuali, non ci sono state altre occasioni di vendita. Tra i nostri mercati di riferimento ci sono anche quelli arabi, ma con volumi di molto inferiori rispetto al 2016, sempre per la quotazioni alte".



"Torneremo a lavorare nel Regno Unito grazie a un accordo con Edeka di cui andiamo particolarmente fieri - sottolinea il presidente di Mela Julia - non si parla di grandi numeri, ma di un progetto che sposa la qualità, con le mele confezionate in un packaging curato da quattro o sei frutti. C'è interesse anche per i nostri prodotti trasformati e lanceremo un nuovo succo in lattina oltre a quello di mela e mela e bergamotto: il succo di mela, mirtillo e melograno".



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