Pink Lady Europa: 280mila ton entro il 2025

Il dg Mellenotte da Salvi per la prima giornata dedicata alla «mela rosa» in cento aziende

Pink Lady Europa: 280mila ton entro il 2025
Un livello di notorietà che in Nord Europa tocca l’80-85% (ma in Italia il 50%), contro una quota di mercato che è ancora sotto il 5% a volume. Detto in altro modo, in Europa Pink Lady® è nota alla gran parte delle persone, ma la maggior parte non l’ha ancora assaggiata. C'è insomma ampio margine di sviluppo. Proprio per aumentare la riconoscibilità del brand e dei valori che ci sono alla base – in primis la sostenibilità della filiera - venerdì scorso, 20 ottobre, l’Associazione Pink Lady® Europa ha promosso il primo Pink Lady® Day.

Il direttore generale, Thierry Mellenotte, ha inaugurato la nuova “ricorrenza” - organizzata in contemporanea nelle cento stazioni di imballaggio dei principali paesi produttori europei, Francia, Spagna e Italia (nel nostro Paese è stata ospitata anche da Mazzoni Group, dalle Op Minguzzi e Zani, ecc.) - all’azienda Salvi Unacoa e Afe di Ferrara.



Una giornata che ha permesso ai duecento intervenuti, tra operatori e studenti, di vedere da vicino l’intera filiera della mela dal bollino a forma di cuore: nei 65mila metri quadrati di superficie coperta di Salvi, ad esempio, dove si lavorano e confezionano circa 120mila tonnellate di frutta, 15mila delle quali sono di Pink Lady® (volume che dovrebbe arrivare a 20mila nei prossimi tre-quattro anni). Ma anche in campo, grazie alla visita del meleto di Riccardo Volpin a Settepolesini di Bondeno, dove esaustivi cartelli informativi illustravano le fasi di coltivazione di Pink Lady®.
Perché, insieme a vivaisti, confezionatori e distributori autorizzati, proprio i produttori sono l’anello fondamentale di questa filiera. E, in generale, di un progetto, un modello, nel quale tutti hanno accettato di condividere i valori del rispetto per la natura, della collaborazione e dell’equità.



Le aspettative per la campagna 2017/18 sono buone, visto il calo produttivo nei Paesi europei (si stima un 23% in meno), a cominciare dalla Polonia. Nel Ferrarese, poi, non si sono registrate le gelate che hanno compromesso parte dei raccolti di altri areali produttivi, anzi l’entrata in produzione dei nuovi impianti dovrebbe permettere di aumentare le rese.
Ma mediamente, nelle annate buone come in quelle più complicate, le quotazioni della varietà premium restano soddisfacenti e superiori alla media sia in campo (0,10-0,20 euro/kg in più) che nei negozi.
“Questa è una filiera sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico - ha spiegato Mauro Grossi, presidente Afe - perché garantisce ai produttori la giusta remunerazione, fattore importantissimo soprattutto nelle annate difficili”. Per saperne di più basterà attendere il 2 novembre, data di inizio della commercializzazione.

Da sottolineare, poi, come il 100% della produzione Pink Lady® sia valorizzato. I frutti che non raggiungono gli standard qualitativi richiesti (ad esempio più del 40% di colore rosa intenso) sono destinati alla seconda linea Miss Chef® (dedicata alla cucina) e all’industria la quale, oltre alla regolarità della fetta, ne apprezza sempre di più i succhi (es. Tropicana o gli yogurt da bere Vog/Mila).



Qualità, filiera integrata, eccellenza, responsabilità e condivisione: questi i cardini sui quali si è concentrato Thierry Mellenotte: “Alla base c’è la volontà collettiva di un gruppo di persone di mettere in comune le proprie esperienze – ha detto il direttore generale – e di investire in questo brand di eccellenza, portando valore al produttore e al consumatore”.
“Una sorta di comproprietà – ha aggiunto Mellenotte – che, in un progetto collettivo, partecipa a tutte le decisioni. Con il Pink Lady® Day abbiamo deciso di comunicare meglio il mestiere dell’agricoltore e la responsabilità sociale del marchio”.

Quello che è piaciuto a Salvi Unacoa dall’inizio, è stato il “progetto quasi familiare di tutta la filiera – ha sottolineato Marco Salvi – Un confronto costruttivo che ha permesso a tutti gli anelli di crescere attraverso il gioco di squadra”.

“Un sistema vincente – ha concluso Salvi – che oggi commercializza 180mila ton di mele, il 75% delle quali indirizzato all’export (è l’80% per l’Italia, secondo paese produttore ndr) in 55 Paesi del mondo con tendenza a svilupparsi sui nuovi mercati, puntando sulla qualità crescente del prodotto e sulla grande collaborazione”.

L’obiettivo, insomma, è crescere e continuare a costruire il futuro coinvolgendo nuovi produttori, mantenendo la stessa rappresentatività delle regioni produttrici, per arrivare a 280mila tonnellate entro il 2025, pari a un 6-8% annuo in più.

Nella foto di apertura, da sinistra: Marco Salvi, Thierry Mellenotte, il fondatore Luigi Salvi con la figlia Silvia (amministratore dei Vivai Salvi), Riccardo Volpin e Mauro Grossi.


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