Uva, il prossimo Simposio sarà in Cile

Novello: «L'Italia ha un gap sulle apirene, ma deve difendere la sua identità»

Uva, il prossimo Simposio sarà in Cile
L'Italia, con le tappe di sabato a Mazzarrone (Catania) e Canicattì (Agrigento), saluta l'VIII Simposio internazionale dell'uva da tavola (organizzato dalle Università di Torino, Foggia e Palermo) che nel 2020 si svolgerà in Cile.

Esperti, ricercatori e produttori – più di 250 persone di 20 Paesi diversi – hanno visitato le maggiori realtà produttive italiane situate in Puglia e Sicilia. Un momento di incontro che, come spiega a Italiafruit News Vittorino Novello, ordinario dell’Università di Torino e presidente del Comitato scientifico del Simposio, ha dato risultati importanti ed estremamente utili.



“Da un punto di vista scientifico io e i miei colleghi abbiamo notato come il livello si sia alzato parecchio – osserva il professore – con analisi di tipo genetico e salutistico che nelle precedenti edizioni non erano mai state fatte. C'è stata una grande presa di posizione nei confronti delle uve apirene; il nostro Paese su questo fronte ha un gap, ma credo che l'Italia debba mantenere le sue peculiarità. Il gap sulle apirene c'è ma i produttori lo stanno colmando, molte aziende si stanno orientando sulle senza semi perché il mercato le richiede, e questo va bene, però non bisogna perdere l'identità dell'uva da tavola italiana. La varietà Italia è la nostra tipicità, se un consumatore vuole un'uva aromatica sceglie Italia”.

A livello internazionale, ricorda Novello, si sta facendo un grande lavoro nella ricerca e nello sviluppo di nuove varietà e poi sull'utilizzo di prodotti biostimolanti. “Durante questo Simposio, rispetto ai precedenti ho notato che si stanno analizzando maggiormente i meccanismi di azione di questi prodotti: mentre una volta si decideva di provarli e vedere cosa succedeva, ora c'è una tendenza a cercare di capire il loro funzionamento, questo permette di dosarli meglio e gestire il risultato in maniera più performante”.



Sul fronte della ricerca genetica come si sta caratterizzando l'uva del futuro? “Resistente alle malattie – risponde Novello - ci si orienta su questo per portare al consumatore un prodotto sano e senza trattamenti. Questo è l'obiettivo generale: l'apirenia va bene, l'estetica va bene, ma il prossimo traguardo è l'uva resistente alle malattie”.

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