Francia, nuovi format eco-bio per i market

In testa Fanprix Noé. Ecco l'allestimento del «negozio responsabile»

Francia, nuovi format eco-bio per i market
I supermercati dei centri storici francesi si reinventano per aderire alle nuove tendenze dei consumatori, smarcandosi dai loro concorrenti e rinunciando a proporsi come versione in miniatura dei grandi distributori di periferia.

A questa nuova tendenza l'agenzia France Presse ha recentemente dedicato un approfondimento e tra le catene maggiormente coinvolte da questo fermento innovatore spicca la Fanprix Noé del Gruppo Casino, con i suoi divanetti in evidenza per la pausa caffè e con la facciata arricchita di ornamenti vegetali, un manifesto a favore del sano, del naturale e della gioia di vivere che accoglie il cliente all’ingresso.

Inaugurato proprio all’inizio di settembre nel 16esimo arrondissement di Parigi, un nuovo punto vendita Fanprix Noé esibisce in 300 metri quadrati una selezione di prodotti che guardano al consumo responsabile e strizzano l’occhio al biologico. Le grandi marche note ai francesi, come Nutella o Coca Cola, sono assenti. L’assortimento contiene appena 300 prodotti con marchio proprio, contro i circa mille presenti abitualmente nei centri di queste dimensioni, mentre abbondano i brand artigianali.



Il biologico è protagonista, così come prodotti originali come l'aole o la canna da zucchero. Negli scaffali tante proposte anche per i vegani.



Si pensa anche al servizio. I prodotti di IV gamma non mancano e nel murale refrigerato oltre alle classiche confezioni di insalata in busta si trovano anche prodotti dall'alta valenza salutistica come il kale. Particolare, poi, l'angolo riservato alle erbe aromatiche, con la possibilità di scegliere il proprio vasetto preferito.

Un primo Fanprix Noé era già stato inaugurato durante l’estate nella capitale francese, con risultati che hanno superato le aspettative della direzione e di Casino, che prevede infatti di aprire altri market entro la fine dell’anno, nella convinzione che questi svolgano un ruolo sperimentale per la strategia del gruppo, determinato a definirsi sempre meno come distributore e sempre più come "selezionatore".

Queste superette di nuova generazione non sono casi isolati: da diversi mesi i distributori francesi moltiplicano le iniziative per rinnovare i piccoli supermercati dei centri storici. All’origine di una simile effervescenza c’è un mercato di prossimità in forte crescita da una decina d’anni, da quando cioè i grandi supermercati, nel loro modello uniformato, stanno perdendo il loro appeal.

Ma dopo un periodo di aperture trafelate, la concorrenza è ormai dichiarata, specialmente nelle grandi città. Si assiste infatti ad una frammentazione del mercato, con da un lato il format discount e dall’altro il modello di tendenza. Il “mangiare sano” la fa da padrone: Carrefour, ad esempio, si è orientato sul biologico, proponendo nel 2013 il marchio e l’insegna Carrefour Bio, che conta già 15 punti vendita. Sembra che il primo Auchan Bio, invece, debba aprire tra qualche settimana.

Anche il market-bar costituisce una risposta all’evoluzione degli stili di vita urbani, tanto che Carrefour nel 2015 ha lanciato Bon App’, una catena di centri ibridi tra ristorazione e minimarket, che conta sei punti vendita e ne aprirà una decina in più entro la fine del 2017.

Molti piccoli supermercati tentano persino di andare al di là del semplice luogo di commercio, per diventare protagonisti della vita del quartiere in cui si collocano: il nuovo MyAuchan offre, ad esempio, una serie di servizi supplementari, come l’edicola, la cartoleria e la posta.

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