Uva da tavola, cosa è cambiato sul fronte import-export

Europa e Italia tra controstagione e nuovi mercati. I dati di Fresh4cast

Uva da tavola, cosa è cambiato sul fronte import-export
L’Europa cerca sempre più prodotto in controstagione, aprendo così nuove finestre di mercato. L’Italia è leader nell’ultima parte dell’anno, ma con competitor sempre più agguerriti e pronti a insidiarne il primato. E’ questa la sintesi dell’indagine condotta sul mercato europeo dell’uva da tavola da Fresh4cast, la start-up inglese che si occupa di business and market intelligence per il settore ortofrutticolo unendo in una singola piattaforma dati aziendali, di mercato e modelli previsionali.

Per quel che riguarda le importazioni europee, nei primi sei mesi dell’anno l’uva è sicuramente uno dei prodotti più performanti. Nel video, commentato da Michele Dall’Olio, business development manager, è evidenziato come - dal punto di vista del trend annuale - dal 2010 non si registrino aumenti sostanziali a volume, mentre in termini di valore stiamo assistendo a una crescita lineare da inizio millennio. Crescita sostenuta dall’incremento del prezzo medio e dalla maggiore commercializzazione di prodotti a più alto valore per unità di peso. In primis le uve seedless.



Dinamica la situazione sul fronte della provenienza del prodotto. Se, infatti, nei primi anni Duemila l’Italia ha mantenuto salda la propria leadership con il 28% della quota totale, dal 2016 le cose sono cambiate in modo netto e ora è il Sudafrica a competere per la prima posizione.

In particolare, dal punto di vista delle finestre commerciali, nel 2000 l'Europa importava in controstagione da Sudafrica e Cile nella prima parte dell’anno mentre, negli ultimi sei mesi, regnava l’Italia davanti alla Grecia. Dall'anno scorso, però, la situazione si è evoluta: i primi sei mesi sono sempre più “affollati” in termine di paesi importatori. Si parte con il Sudafrica, seguito dall’India, che si sovrappone prima con il Cile e poi con l’Egitto. Nella seconda parte dell’anno, invece, la leadership italiana è ora messa in discussione da Spagna, Grecia, Brasile e Perù.

Il Cile rappresenta l’unica provenienza in forte calo negli ultimi anni, ma non solo a causa della concorrenza diretta dell’India. L’Europa, infatti, non è più così attrattiva per il Paese sudamericano che, anzi, sta dirottando sempre più prodotto sul mercato asiatico, soprattutto se parliamo della varietà Red Globe. Anche perché in Asia i prezzi medi sono superiori di oltre 0,30 dollari a quelli europei. Insomma, nei prossimi anni la “migrazione” del prodotto cileno dall’Europa all’Asia dovrebbe continuare, lasciando così nel mercato europeo importanti finestre per altri fornitori di prodotto in controstagione.

Passando all’export, le spedizioni spagnole crescono a valore nei mesi di agosto, settembre e ottobre. L’Italia, che continua ad avere il suo “momento d'oro” in ottobre, si trova a confrontarsi sempre più spesso con il prodotto iberico. I due Paesi produttori hanno - però e per fortuna - due portfolio clienti differenti, nonostante continuino a esportare quasi esclusivamente in Europa.

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