Kaki, ricercatori ed esperti sudcoreani da Divano

Kaki, ricercatori ed esperti sudcoreani da Divano

Sono bastate le ultime due campagne, con stimoli offerti dalla produzione e dalla ricerca scientifica, e il kaki è passato da frutto di serie B a prodotto capace di polarizzare l'attenzione di operatori e consumatori. E la percezione è netta non solo in ambito nazionale. Così accade che una nutrita delegazione sudcoreana della città di Jinju, composta da ricercatori, docenti universitari ed esperti di settore, s'interessi espressamente alla cachicoltura italiana. Singolare, vista la millenaria tradizione colturale della Corea che, insieme a Cina e Giappone, è considerata uno dei paesi da cui il frutto prende origine.




Sta di fatto che presso l'azienda agricola Divano, in una calda giornata di fine agosto, questi professionisti percorrono i frutteti, sostano, osservano. Lino Basilicata, direttore di produzione dell'azienda, viste le competenze dei visitatori, non si risparmia e spazia in una lectio  magistralis su forme di allevamento, tecniche colturali, necessità specifiche del kaki e varietà che meglio si adattano all'ambiente pedoclimatico della zona. Coinvolgente. Tuttavia, un altro anello della filiera stuzzica al di sopra di tutto l'interesse degli asiatici ed è il post-raccolta: dall'ammezzimento alla trasformazione del prodotto (non solo essiccamento), annosa criticità in attesa di innovazione tecnologica. Hanno forse compreso che il kaki non ha ancora espresso appieno le sue potenzialità? E che, sulla scia della riscoperta del prodotto fresco, il consumatore forse chiederà di più? C'è da scommetterci. 




E' un dato comunque che la divulgazione via, via più strutturata e capillare dei risultati sperimentali sulla relazione salute-alimentazione condiziona e orienta sempre più le nostre scelte rispetto al cibo. Ne è un esempio il successo del testo “La dieta smart” (di Eliana Liotti, Rizzoli), un regime alimentare a marchio Ieo (Istituto Europeo di Oncologia fondato da Umberto Veronesi). In esso vengono identificati 30 cibi smart suddivisi in due gruppi: 20 cibi longevity, alleati di lunga vita e 10 protective contro le gravi patologie. Fra i principali longevity risulta essere proprio il kaki,  ricco in  Fisetina (detta molecola smart) in grado di legarsi ai geni della longevità e prevenire malattie degenerative, quali ictus, ischemia, aterosclerosi cerebrale, diabete e ipertensione. Non male, sapere che mentre si gusta un frutto dolce, gustoso e aromatico si sta anche salvaguardando la salute!


Fonte: Ufficio stampa Divano