Romagna, prezzi della frutta estiva in caduta libera

I dati della Camera di commercio: albicocche -43%, pesche -31% e nettarine -27% sul 2016

Romagna, prezzi della frutta estiva in caduta libera
Prezzi in caduta libera per pesche, nettarine, albicocche e susine. Secondo i dati elaborati dall'Ufficio studi della Camera di Commercio della Romagna i valori registrati durante l'estate sono in forte flessione rispetto al medesimo periodo del 2016.

I prezzi delle pesche gialle riportano una flessione del 28%, calano del 27,3% quelli delle nettarine gialle e del 30,9% di tutte le varietà di pesche. In flessione anche albicocche (-43,7%) e susine (-15,7%). "Tuttavia, al di là del valore medio della flessione - viene rilevato dall'ente camerale romagnolo - assume importanza il livello di prezzo in termini assoluti che, per tutte le varietà citate, non appare minimamente remunerativo né capiente dei costi diretti di produzione".

In provincia di Forlì-Cesena la superficie agricola dedicata a pesche e nettarine nel 2017 risulta pari a circa 3.520 ettari (-4,9% rispetto al 2016); la provincia si posiziona al quarto posto nella classifica nazionale decrescente (su 110 province) per superficie in produzione di nettarine (con 1.770 ettari, è dietro le province di Ravenna, Caserta e Cuneo) e al sesto posto nella classifica nazionale (su 110 province) per superficie in produzione di pesche (1.750 ettari, alle spalle delle province di Caserta, Napoli, Agrigento, Matera e Ravenna).



"Per la stagione estiva 2017 - aggiunge la Camera di commercio della Romagna - le aspettative e le valutazioni degli operatori riportano una contrazione delle quantità in produzione per effetto della riduzione della Sau ma soprattutto della ridotta pezzatura, quale conseguenza dell’eccessivo caldo".

I segnali e gli effetti della crisi strutturale del comparto frutticolo locale sono evidenti e manifesti già da anni. Infatti, dal 2006, a fronte di un dimezzamento delle superfici in produzione (-50,2%) la Plv a valori nominali di pesche e nettarine si è ridotta di più della metà (il 56%), mentre la flessione è pari al 61,7% se considerata a valori reali (vale a dire depurati dall’effetto dell’inflazione).

“E' importante essere consapevoli che la frutticoltura estiva ha sempre rappresentato un asset importante della nostra economia - dichiara Fabrizio Moretti, presidente della Camera di commercio della Romagna - La peschicoltura romagnola fino a 15 anni fa era stabilmente affermata in tutto il mercato europeo e ha dato identità e benessere alle nostre campagne, caratterizzando il nostro territorio con le fioriture primaverili. La difficile situazione nella quale si trova questa nostra importante specializzazione richiede quindi un’attenzione particolare per cercare soluzioni e prospettive e per non disperdere valore, competenze ed esperienza”.

“Fattori quali l'età avanzata dei produttori, la frammentazione aziendale, i meccanismi del mercato globale e le dinamiche di commercializzazione - commenta Mario Turroni, presidente della Commissione rilevazione prezzi dei cereali sementi foraggi frutta e ortaggi - rendono necessario un patto di comportamento e sistemi di coltivazione che portino a ottenere prodotti più omogenei. Tutto ciò nella prospettiva che la disponibilità di aggregazioni di superficie rendano più facile la condivisione di strategie e quindi il recupero di potere contrattuale. E' necessario inoltre individuare soluzioni affinché le modalità di commercializzazione non gravino così pesantemente sulla produzione e quelle di produzione garantiscano certezza e costanza nelle quantità da portare sul mercato e qualità elevate". 

"Il confronto con le produzioni estere, avvantaggiate da costi di mano d'opera sensibilmente inferiori ai nostri  - conclude Turroni - richiede poi l’intervento delle istituzioni che sono chiamate a cercare soluzioni sul tema dei contributi ai produttori. Un appello accorato da parte della Commissione è rivolto infine alle associazioni di categoria perché si impegnino efficacemente nel coordinare la ricostruzione e nel delineare le prospettive di un settore che versa in difficoltà così gravi da rischiare in tempo breve la sua scomparsa”.

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