Verso la Pac del futuro

Ieri trilogo a Bruxelles per l'Omnibus. Il Consiglio informale dei ministri a Tallin

Verso la Pac del futuro
Il trilogo di ieri pomeriggio a Bruxelles ha rappresentato la prima vera occasione di confronto tra Commissione e Consiglio per definire la parte agricola del Regolamento Omnibus in modo da potere avere nuove norme in vigore già dal 2018.

La pensa così il primo vicepresidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, che aggiunge: “Lo scorso luglio ci siamo incontrati con i rappresentanti delle altre istituzioni Ue per discutere dell’impianto generale del regolamento, senza però entrare nel dettaglio. Il Regolamento Omnibus rappresenta l’unica occasione di questa legislatura per modificare la Pac, riducendo la burocrazia e ampliando la gamma di strumenti a disposizione degli agricoltori per proteggersi dalla volatilità dei mercati”.

“Si tratta quindi di questioni urgenti – ha concluso De Castro - ecco perché l'Europarlamento ha proposto modifiche sostanziali, più ambiziose di quelle ipotizzate dalla Commissione Europea, e ancor di più di quelle immaginate dal Consiglio dei ministri. Al momento siamo ottimisti e ci auguriamo che sia possibile raggiungere buoni risultati”.

Intanto, alla recente riunione informale dei ministri dell’Agricoltura in Estonia, si è parlato di gestione del rischio nel settore agricolo dopo il 2020 e della predisposizione di efficaci strumenti a riguardo. I ministri Ue sono concordi nel ritenere che l’attuale Pac non sia dotata degli strumenti adeguati per affrontare le crisi e che gli agricoltori necessitano di un maggior sostegno.
In generale, i ministri hanno ribadito la necessità di rivedere le attuali norme, nello specifico quelle che regolano la riserva di crisi in agricoltura, tenendo in considerazione le specificità di ciascuno Stato membro. Tutti d’accordo anche sui pagamenti diretti, che "svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare la stabilità dei redditi per gli agricoltori".

Il commissario per l’Agricoltura Phil Hogan, però, ha escluso la possibilità che possa essere costituito un fondo ad hoc per la gestione delle crisi, dal momento che sarebbe complicata una sua implementazione. Ha ricordato come la riserva di crisi (circa 400 milioni di euro l’anno, ndr) finora non sia stata mai mobilitata: gli Stati membri, infatti, si sono  sempre mostrati riluttanti ad utilizzarla. Alcune delegazioni (Italia, Germania, Grecia, Lituania, Irlanda, Portogallo, Cipro e Spagna) hanno avanzato la richiesta di rivedere lo strumento e, da parte sua, Hogan ha assicurato di prendere in considerazione una revisione della riserva di crisi al fine di renderla più flessibile.
I ministri dell’Agricoltura dei Paesi del G7 discuteranno della questione degli strumenti di gestione del rischio nella riunione in programma a Bergamo il 14 e 15 ottobre.

Nel frattempo, la Commissione Europea ha approvato la concessione da parte delle autorità nazionali di pagamenti diretti anticipati agli agricoltori colpiti da condizioni climatiche avverse nella prima parte del 2017. Si tratta di pagamenti diretti o nell’ambito dello sviluppo rurale che sarebbero normalmente concessi dall'1 dicembre al 30 giugno dell’anno successivo. Ogni anno, comunque, a partire dal 16 ottobre gli Stati membri possono decidere di concedere, anticipi fino a un massimo del 50% del totale dei pagamenti diretti e fino al 75% per i pagamenti nell’ambito dello sviluppo rurale. La decisione della Commissione – che permette di aumentare la percentuale di anticipi fino al 70% per i pagamenti diretti e fino all’85% per i pagamenti nell’ambito dello sviluppo rurale - porterà beneficio ai dieci Stati membri più colpiti dalle condizioni climatiche avverse (Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Portogallo e Finlandia).

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