Il mercato coperto di Minsk fa il pieno di frutta spagnola e greca

Tra i banchi della capitale bielorussa introvabile la merce italiana

Il mercato coperto di Minsk fa il pieno di frutta spagnola e greca
Si chiama "Komarovski Rinok" ed è il mercato coperto di Minsk, la capitale della Bielorussia. E' una struttura storica situata in una zona centrale della città, dove centinaia di piccoli commercianti propongono le loro merci: all'interno carne, pesce, formaggi, prodotti da forno, dolciumi e frutta secca. L'area esterna, invece, nella bella stagione è completamente dedicata all'ortofrutta fresca.



Tra i banchi colorati del mercato coperto di Minsk si può assaporare il gusto della trattativa, è possibile assaggiare un frutto e poi contrattare con gli operatori il prezzo. A proposito di prezzi si nota una grande differenza tra i prodotti nazionali (o russi) e quelli di importazione (principalmente spagnoli e greci).



La frutta estiva è la protagonista in questo periodo dell'anno. Di italiano non abbiamo trovato nulla, mentre di pesche e nettarine spagnole ce n'erano in abbondanza. Frutti di calibro importante e particolarmente dolci, le migliori pesche erano vendute a 3 euro il chilo, qualche centesimo in meno per le nettarine e le pesche piatte. Le albicocche, sempre proveniente dalla penisola iberica, erano vendute a 2,5 euro il kg; mentre le susine sfioravano i 3 euro. Sulle nettarine greche, invece, il cartellino indicava 1 euro il chilo, ma sia come aspetto che come gusto non c'era un paragone rispetto ai frutti spagnoli. Prezzo del tutto simile alle nettarine georgiane.



L'uva da tavola era in larga parte proveniente dalla Turchia. La bianca era quotata 2,5 euro il kg, mentre la nera 2 euro. Per comprare un prodotto più economico si poteva optare per quella dell'Uzbekistan a 1,15 euro il kg.



Tra i simboli dell'estate anche in Bielorussia figurano le angurie. C'è una piccola produzione nazionale, ma la maggioranza dei cocomeri arriva dalla Russia (prezzo 0,55 euro il kg) dove sono coltivati nella zona meridionale, quella vicina al Mar Nero. I meloni, sempre russi, erano invece venduti a 0,7 euro il kg. Le mele nazionali - che per calibro somigliavano più a una susina - costavano 0,55 euro il kg. Sempre tra i prodotti locali grande spazio hanno i piccoli frutti: mirtilli, lamponi, ribes e more; il loro prezzo uscilla tra i 4 e i 6 euro il kg e  vengono proposti anche in comodi bicchieri per un consumo da passeggio.



Per quanto riguarda gli altri frutti di importazione, si trovavano arance spagnole a 0,90 euro il kg, anans a 1 euro, pompelmi israeliani a 1,25 euro, banane a 0,40.



Passando agli ortaggi, le produzioni nazionali erano quelle più economiche: patate da 0,30 a 0,70 euro il kg; pomodori a 0,50, cavoli a 0,22, spinaci a 0,85, peperoni a 0,90 mentre i per i fagiolini egiziani servivano 2 euro.





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