Ortomercato di Milano, il restyling si avvicina

Quaranta milioni di euro per far partire l'operazione, possibile cessione delle aree a Sogemi

Ortomercato di Milano, il restyling si avvicina
Salgono le quotazioni per un restyling dell’Ortomercato di Milano in tempi brevi. E, come ha scritto il "dorso" milanese del Corriere della Sera prima di Ferragosto, l’anno prossimo la struttura potrebbe trasformarsi in un cantiere aperto. Perché gli indicatori di segno positivo sono numerosi e concreti e lasciano pensare che dopo 16 anni di piani di riqualificazione questa potrebbe e dovrebbe essere veramente la volta buona. Nell’ultima riunione di giunta prima della pausa estiva, lo scorso 4 agosto, il direttore generale del Comune, Arabella Camporello, non ha proposto una delibera — come prevedeva l’ordine del giorno — bensì un’informativa con una succosa novità: l’ipotesi di cessione delle aree dei Mercati generali dal Comune alla Sogemi, che conferirebbe alla società municipale un profilo patrimoniale molto più spendibile sul fronte bancario nel momento in cui c’è bisogno di credito

Dal punto di vista finanziario, come ha ricordato il Corsera, per far partire l'operazione serve un’iniezione di denaro da parte dell’amministrazione quantificabile in una quarantina di milioni sui circa 90 di spesa complessiva prevista. E anche se ufficialmente nessuno si sbilancia, i soldi ci sarebbero: un tesoretto frutto di economie, residui, accantonamenti da investimenti rientrati. 

Il presidente di Sogemi Cesare Ferrero e il direttore generale Stefano Zani sono stati ascoltati da tutti gli assessorati coinvolti nell’operazione: commercio, urbanistica e bilancio, oltre allo stesso sindaco Giuseppe Sala. E finora, stando sempre al Corsera, i segnali sono stati positivi. 

I grossisti ci credono e premono sul pedale dell’acceleratore: “Un altro rinvio sarebbe inammissibile — il commento di Fausto Vasta, presidente dell’Associazione Ago-Fedagro aderente a Confcommercio — dopo tanti piani rimasti sulla carta, questa volta ci sono tutte le condizioni e soprattutto l’urgenza per arrivare al risultato”. Gli operatori, ha tenuto a puntualizzare ancora Vasta, hanno sborsato almeno 50 mila euro per varie consulenze e si preparano a investire in media 150 mila euro a testa per allestire i futuri stand.