La settimana più calda dell'anno tra pro e contro

Temperature record. E non cambierà fino all'8 agosto. La siccità fa danni, chance per i consumi

La settimana più calda dell'anno tra pro e contro
È iniziata quella che viene considerata la quinta e più intensa ondata di caldo dell’estate: l’anticiclone nordafricano Lucifero ha raggiunto l’Italia e portato un robusto innalzamento delle temperature con picchi record anche al di sopra dei 40 gradi. In Sardegna, ieri, ne sono stati percepiti 50. E oggi si prepara un mercoledì da bollino rosso in 17 città.

Sono i giorni più caldi dell’anno, anzi i più caldi degli ultimi anni. Ieri il termometro ha sfiorato i 40 gradi a Roma, Bologna e Firenze; temperatura impressionante in terra sarda ma anche a Napoli (49 gradi percepiti), Ferrara e Rimini (47). Temperature record anche in molte altre città da Nord a Sud: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Firenze, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Reggio Calabria, Rieti, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. 

A determinare le singolari condizioni termiche, spiegano gli esperti di iLMeteo.it, è l'azione su tutto il territorio italiano dell'infuocato anticiclone nordafricano proveniente direttamente dal Sahara algerino. Sardegna,  Lazio, Toscana, Umbria, ma anche Campania, Nord Puglia ed Emilia-Romagna le regioni più "colpite", con temperature superiori ai 38-40 gradi con punte fino a 42-43. Niente pioggia, se non qualche breve temporale sui settori alpini e prealpini.

E la Penisola dovrebbe ulteriormente scaldarsi oggi, quando gli effetti dell’anticiclone si acuiranno. Saranno infatti da "bollino rosso" una ventina di città: Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Napoli, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino e Viterbo. In rialzo anche le temperature minime notturne che non scenderanno sotto i 23-24 gradi. 



Giovedì le città da bollino rosso saranno 26, praticamente tutta l’Italia con l’eccezione di Genova dove resterà il bollino giallo. La situazione non cambierà durante il resto della settimana: l’ondata di calore dovrebbe durare fra i sette e i dieci giorni. Per una tregua e un abbassamento della colonnina di mercurio bisognerà aspettare probabilmente l’8 agosto.

Il ministero della Salute ha diffuso l’allerta per condizioni di emergenza con possibili effetti negativi sulla salute mentre si aggravano  le emergenze siccità e incendi, dal Nord al sud, isole comprese. Quest'anno sono ben 337mila gli ettari di vegetazione andati in fumo in Europa, di cui 76 mila solo in Italia

Se da un lato il caldo torrido rappresenta un’opportunità per veder crescere i consumi di frutta di stagione, dall’altro molte produzioni rischiano contraccolpi: è il caso del pomodoro da salsa la cui raccolta è iniziata nei campi lombardi con una produzione che quest’anno registrerà – spiega un monitoraggio della Coldiretti regionale – un calo del 7% sulle quantità, per un volume totale di 5 milioni e 400mila quintali. Il valore della produzione – continua la Coldiretti Lombardia – sarà di 43 milioni di euro contro i 48 milioni registrati nel 2016. In discesa anche i terreni dedicati a questa coltura: dagli 8mila ettari dell’anno scorso ai 7.200 ettari del 2017, con il 53% concentrato in provincia di Mantova (più di 3.819 ettari), il 27% nel Cremonese (1.977 ettari) e il resto fra Pavia (604 ettari), Brescia (490), Lodi (225), Milano (91) e Monza (5).
 
Proprio nelle province di Cremona e Mantova concentra la maggior parte della raccolta il Consorzio Casalasco del Pomodoro che raggruppa oltre 370 soci agricoltori ed è la prima realtà italiana per la produzione e la trasformazione dell’oro rosso. “La qualità si conferma molto alta, ma le rese sono in calo a causa delle anomalie climatiche che hanno colpito in particolare i primi trapianti che stiamo raccogliendo in questi giorni” spiega Paolo Voltini, agricoltore di Torricella del Pizzo (Cremona) e presidente del Consorzio Casalasco. Gli ultimi pomodori verranno poi “vendemmiati” tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
 
In Emilia Romagna, invece, salgono ad oltre 250 milioni di euro le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti dall’andamento climatico del 2017 che, per Coldiretti, si classifica al secondo posto tra i più caldi e siccitosi dal 1800. A soffrire sono le principali colture emiliano-romagnole, dal pomodoro al mais, dalla barbabietola ai foraggi, che hanno visto drasticamente ridotta la produttività. Produzione in calo anche per grano e frutta, anche se il calo produttivo – aggiunge Coldiretti Emilia Romagna – potrebbe essere compensato dall’alta qualità delle produzioni. In Emilia Romagna – denuncia Coldiretti – i problemi non sono solo colpa del clima ma scaturiscono anche dalla mancata realizzazione di progetti anti-siccità. 

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