Attualità
Distretto Agrumi Sicilia: urge valorizzare il trasformato
"Abbiamo sempre lavorato per contribuire alla crescita operativa e culturale della filiera e delle istituzioni rispetto alla necessità di occuparsi della trasformazione industriale non come semplice canale di sbocco delle produzioni in eccesso, ma quale veicolo di commercializzazione di una quota di prodotto di qualità - aggiunge Argentati - Uno specifico servizio di trasformazione può, in un mercato globale, dare al consumatore la possibilità di trovare sul mercato prodotto siciliano in succhi e spremute fresche o, da concentrato, all'interno delle bibite e in qualsiasi altra forma gradita al consumatore finale con una chiara origine di provenienza, con indubbio vantaggio per la produzione e per i consumatori stessi".
"Tuttavia - prosegue il presidente del Distretto - per ottenere un reale risultato sono necessarie alcune modifiche della normativa, una maggiore consapevolezza della filiera e certamente un impegno da parte della politica e dell'attuale assetto amministrativo sia della Regione sia dello Stato italiano in materia, anche sull'applicazione di norme europee che devono essere semplicemente recepite".
"Il Distretto Agrumi di Sicilia, pone la questione, per nulla nuova, in piena estate per non arrivare scoperti all'avvio della campagna agrumicola - spiega ancora Argentati - Se, infatti, il territorio siciliano non riesce a dare valore aggiunto, attraverso la chiara identificazione delle proprie produzioni agrumicole sia fresche sia trasformate con una strategia di valorizzazione territoriale e di innovazione scientifica ed organizzativa, sarà praticamente impossibile competere sui mercati internazionali se non con una politica di prezzi che può essere, date le attuali condizioni di costi sulla filiera e l'elevata competizione globale, solo al ribasso. Quindi perdente".
Cinque proposte del Distretto
Il Distretto ha stilato le seguenti cinque proposte:
1) Monitorare la produzione siciliana con dati certi mettendo in campo strumenti in grado di quantificare, con certezza, i quantitativi di prodotto siciliano innanzitutto prodotto e quindi avviato anche alla trasformazione e quindi trasformato in succhi suddiviso per specie e varietà.
2) Incentivare e sostenere, davvero, seri accordi di filiera tra produzione e trasformazione industriale con qualità e quantità individuata e programmata tra le parti attraverso contratti privati tra le imprese che possano fare riferimento ad un "accordo quadro di strategia complessiva" approvato a livello regionale e trasversale alla filiera.
3) Prevedere - partendo da quanto già regolamentato per il latte e i suoi derivati e da adesso anche per il riso e il grano per pasta (si veda la nostra notizia di oggi) - l'indicazione in etichetta, in maniera chiara, visibile, facilmente leggibile e indelebile, del Paese di coltivazione degli agrumi e del Paese di trasformazione o rilavorazione degli stessi.
4) Per valorizzare la produzione e diffondere corretti comportamenti alimentari, si crede sia necessario da parte della Regione e dello Stato incentivare il consumo dei prodotti trasformati creando un importante canale alternativo di sbocco con palesi effetti positivi per l'economia del comparto agrumicolo e, va da sé, per la salute di chi quotidianamente frequenta strutture pubbliche, massimamente idonee a incentivare il trend "salutista" in atto nell'alimentazione mondiale. A tal riguardo si propone l'emanazione di una circolare che imponga a tutte le Asl nazionali di inserire nei nuovi bandi di gara la richiesta, senza oneri, di distributori automatici di spremute, di frutta fresca e affettata e di succhi - oltre agli operatori tradizionali del vending - ai quali possano partecipare anche le Op, e di prevedere nel bando Frutta nelle Scuole l'inserimento anche delle spremiagrumi automatiche oltre che di prodotto fresco e comunque trasformato.
5) Che sia sostenuta, a partire dalla filiera agrumicola nel suo complesso, di una imponente campagna di comunicazione istituzionale sulle produzioni agrumicole fresche e trasformate rivolte al consumatore con coerente riferimento normativo alle produzioni Igp, Dop e biologiche e comunque tracciate rispetto all'origine di produzione.
Fonte: Ufficio stampa Distretto Agrumi di Sicilia