Export italiano in salute, l'alimentare tira

Aumenta l'avanzo commerciale, vendite all'estero su del 6,6% fino ad aprile: i dati Ice-Istat

Export italiano in salute, l'alimentare tira
Made in Italy in salute, anche nel comparto alimentare: è quanto emerge dall’annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’Ice. Nel 2016 l’Italia registra infatti una crescita del valore in euro delle merci esportate (+1,2%) e una riduzione di quelle importate (-1,3%). Queste dinamiche determinano un ampliamento dell’avanzo commerciale (9,7 miliardi in più rispetto al 2015) che raggiunge i 51,5 miliardi di euro, il surplus più elevato del decennio 2007/16. Al netto dei prodotti energetici, l’avanzo sale a 77,9 miliardi di euro. Buona la performance dei prodotti alimentari: +3,6%, a 23,7 miliardi di euro. 

E il trend positivo non sembra essersi esaurito: dal Rapporto emerge infatti che, nei primi quattro mesi di quest’anno, le esportazioni italiane sono cresciute del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 

Nel 2016, aumenta, da 2,82 a 2,94%, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci. Particolarmente positive le performance in alcune aree geografiche, in particolare in Asia Centrale (da 1,12 a 1,25%) e in America settentrionale (da 1,75 a 1,84%). Nel 2016 i flussi di investimenti diretti all’estero sono aumentati del 35,2% rispetto al 2015. 

Germania e Francia si confermano nel 2016 i principali mercati di sbocco delle merci italiane, con quote pari, rispettivamente, al 12,6% e al 10,5% delle esportazioni nazionali. Gli Stati Uniti si collocano al terzo posto con una quota dell’8,9%; seguono Regno Unito e Spagna (rispettivamente 5,4% e 5,0%). I mercati di sbocco più dinamici (incremento della quota sulle esportazioni nazionali pari o superiore a 0,1 punti percentuali rispetto al 2015) sono quelli di Germania, Spagna, Francia, Cina, Stati Uniti, Giappone e Irlanda.

La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-nord, da cui proviene l’88,4% delle esportazioni nazionali, mentre il Mezzogiorno attiva il 10,3% delle vendite sui mercati internazionali. Nel 2016, la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è pari al 26,9%, quella del Veneto al 14,0%, quella dell’Emilia-Romagna al 13,5%, mentre la quota del Piemonte è al 10,7%.

Nel 2016, infine, 215.708 operatori economici hanno effettuato vendite di beni all’estero. La distribuzione degli operatori per valore delle vendite conferma la presenza di un’elevata fascia di “microesportatori”: 135.084 operatori presentano un ammontare di fatturato all’esportazione molto limitato (fino a 75 mila euro), con un contributo al valore complessivo delle esportazioni nazionali pari allo 0,5%. D’altra parte, 4.256 operatori appartengono alle classi di fatturato esportato superiori a 15 milioni di euro; questo segmento di imprese realizza il 70,1% delle vendite complessive sui mercati esteri. 

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