Xylella, l'Università di Foggia sperimenta i biostimolanti

Ecco i risultati del primo studio condotto in Puglia con i prodotti Valagro

Xylella, l'Università di Foggia sperimenta i biostimolanti
Continua l'impegno di Valagro nell’applicazione dei biostimolanti a sostegno delle colture, in sinergia con gli agrofarmaci e le buone pratiche agronomiche. Il Dipartimento di scienze agrarie dell'Università di Foggia ha recentemente effettuato una sperimentazione di campo su due oliveti infetti dal batterio Xylella fastidiosa e trattati con prodotti Valagro: Kendal TE (350 cl/100 l) addizionato con McExtra (250 cl/ 100 l) e somministrati per via fogliare.

“Il nostro approccio è sempre quello di essere dalla parte della pianta – spiega Stefano Fontana, crop manager Valagro per l'Italia – aiutandola a superare gli stress e le condizioni sfavorevoli. Non ci interessa debellare e sconfiggere la Xylella, ma ci preoccupiamo che la pianta resti produttiva, anche in presenza dell'infezione, in modo da non dover espiantare e non aver perdita di reddito da parte dell'impresa agricola”.



Questo approccio è stato condiviso con la professoressa Antonia Carlucci che, con Francesco Lops e Fabio Ingrosso, ha seguito questa sperimentazione. Nella relazione dell'Università di Foggia si suggerisce l'applicazione di una corretta gestione agronomica dell'oliveto perché laddove le buone pratiche agronomiche sono state in parte tralasciate il patogeno ha preso il sopravvento. Quindi potatura e disinfezione dei tagli di potatura, aratura del terreno ed eliminazione delle infestanti con lavorazioni superficiali come la sarchiatura, sono sempre da tenere in considerazione.

Ma torniamo alle sperimentazioni. La prima è stata condotta in agro di Matino, a 13 chilometri da Gallipoli (Lecce), su un totale di sei piante, tre trattate e tre no. Dopo le applicazioni dei prodotti Valagro sono state condotte indagini di laboratorio relative all'indice di clorofilla, e poi ulteriori indagini visive e di laboratorio per valutare la percentuale di foglie con sintomi necrotici, la presenza di imbrunimenti del legno e l'evoluzione di malattie fungine. Passando ai risultati, i sintomi necrotici fogliari – viene evidenziato nella relazione finale – non sono stati riscontrati nelle piante trattate, mentre nelle altre la comparsa di foglie con apici necrotici variava dal 15 al 50% della superficie fogliare a partire dal mese di ottobre e questo inficia la capacità della pianta di effettuare la fotosintesi. I formulati Valagro hanno quindi esercitato sulle piante trattate uno stimolo per una migliore capacità fotosintetica; inoltre “nelle piante trattate, la presenza del batterio sembra non aver represso le normali funzioni fisiologiche di traslocazione di acqua e nutrienti”. I biostimolanti hanno poi agito sullo sviluppo vegetativo degli olivi. “Sulla base dei risultati ottenuti in questo primo anno di sperimentazione– è scritto nella ricerca dell'Università di Foggia – si osserva che i formulati Valagro sono stati capaci di contenere la manifestazione dei sintomi altrimenti associati a Xylella Fastidiosa, sebbene le indagini sierologiche e molecolari abbiano confermato la presenza del batterio nei suoi tessuti. Ciò significa che questo ciclo di trattamenti non è stato in grado di eradicare il batterio dai tessuti, ma sicuramente ne ha limitato i sintomi. Le piante trattate hanno mostrato una soddisfacente ripresa vegetativa, che ha garantito la formazione di una chioma folta e rigogliosa; le foglie sono risultate di un colore verde intenso e brillante”.



Il patogeno c'è, ma non fa danni. “E' proprio l'obiettivo del nostro intervento – prosegue Stefano Fontana – L'agricoltura si è sempre mossa cercando un antagonista per sconfiggere un patogeno. A noi questo non interessa, perché le piante hanno tutte le caratteristiche, fino a un certo grado di pressione, per poter sopperire a questi attacchi. Basta saper stimolare la naturale reazione della pianta. Alla base della ricerca dei biostimolanti c'è proprio la conoscenza della fisiologia della pianta, attraverso l'uso della genomica e della fenomica. Sappiamo quali sono i geni latenti da attivare nel momento in cui si manifesta un'avversità e questa caratterizzazione rende unici i biostimolanti di Valagro, che contengono una selezione di amminoacidi e principi attivi utili ad attivare una determinata azione della pianta”.

Anche la seconda sperimentazione di campo è stata condotta sempre in provincia di Lecce ed è stata utilizzata la medesima formulazione dei prodotti Valagro. I risultati sono sovrapponibili con quelli descritti nella sperimentazione condotta in agro di Matino e poiché la potatura degli olivi è stata drastica, la produzione olivicola è stata molto scarsa, ma c'è stata nonostante la presenza del batterio.

“Non diciamo che i nostri formulati sconfiggono la Xylella o ne favoriscono il contenimento – riprende il crop manager di Valagro – ma non dimentichiamoci che la pianta è un organismo vivente ed è in grado di mettere in campo risorse a noi sconosciute. Non vogliamo creare false aspettative, ma sottolineare che questa strategia, associata ad altri strumenti, può permettere agli agricoltori di continuare a raccogliere olive. Il nostro obiettivo è portare avanti questo tipo di messaggio, suffragati dai responsi scientifici e dalle ricerche, mettendo a disposizione le evidenze emerse in questo primo studio condotto dall'Università di Foggia a cui ne seguiranno altri. Il nostro fine è quello di dare un contributo utile all'agricoltore - conclude Stefano Fontana - perché possa continuare a fare impresa e avere produzione anche in presenza del patogeno”.

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