Emilia-Romagna, Plv ed export continuano a crescere

Presentato ieri a Bologna il Rapporto agroalimentare 2016. Caselli: bilancio positivo

Emilia-Romagna, Plv ed export continuano a crescere
Per il secondo anno consecutivo, l'Emilia-Romagna registra un valore della produzione lorda vendibile in crescita, secondo quanto è emerso ieri a Bologna durante la presentazione del Rapporto 2016 sul sistema agroalimentare regionale, frutto della collaborazione tra Regione e Unioncamere regionale.

Più nel dettaglio, nel 2016 la Plv agricola si è attestata a quota 4,3 miliardi di euro, in crescita del 3% sull'anno precedente. Ma, come ha spiegato Roberto Fanfani, dell'Università di Bologna, questo risultato è basato su un andamento molto differenziato tra i vari comparti. Le produzioni zootecniche segnano infatti una importante ripresa (+8,6%), mentre quelle vegetali risultano in flessione (-1,5%). I prezzi sono scesi in misura variabile per tutti i cereali, ad eccezione di mais, e per gran parte delle orticole e del vino. Al contrario, hanno recuperato terreno le quotazioni di piante industriali e, soprattutto, della frutta, a parte le pere.

"L'anno che si siamo lasciati alle spalle si è chiuso con un bilancio positivo. Il risultato - ha detto Simona Caselli, assessore regionale all'Agricoltura - avrebbe potuto essere ancora migliore se alcuni comparti non avessero sofferto di forti criticità legate alla volatilità dei prezzi, che l'anno scorso ha colpito particolarmente il settore cerealicolo".






La regione del Nord prosegue anche la corsa dell'export agroalimentare, che nel 2016 ha superato i 5,9 miliardi (+2,4% rispetto al record del 2015), con un ritmo di crescita più sostenuto dell'andamento complessivo delle esportazioni regionali. I cinque principali Paesi di destinazione dei prodotti made in Emilia-Romagna si confermano in ordine di importanza Germania (19% del totale), Francia (13,7%) e Stati Uniti (7%), seguiti da Regno Unito (6,8%) e Spagna (4,5). Tra i mercati più ricettivi nel 2016 si segnala la galassia dei Paesi dell'ex Europa dell'Est, Russia in testa (+11,4%), poi Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong tra gli asiatici, mentre a sorpresa arretrano Cina (-28,4%) e Giappone (-8,6%). Gli alimenti più gettonati sui mercati esteri sono i derivati del latte (663 milioni, 11,2%), che precedono le specialità a base di carne (647 milioni, 10,9%), i prodotti della macellazione, esclusi i volatili (482 milioni, 8,1%), frutta e ortaggi lavorati e conservati (458 milioni, 7,7%), condimenti e spezie (450 milioni, 7,6%).

"L'ulteriore crescita dell'export ci conferma che la scelta di puntare sulla qualità e sull'internazionalizzazionone è la strada giusta", ha commentato Caselli. 




Si rafforzano anche i segnali di miglioramento dell'occupazione, con gli addetti agricoli che salgono complessivamente a quota 76mila tra lavoratori autonomi e dipendenti, con un balzo in avanti del 15%. Bene anche l'industria alimentare, che chiude l'anno con il fatturato in crescita (+0,8%) e fa registrare una riduzione del ricorso agli ammortizzatori sociali.

Per quanto riguarda invece lo stato di attuazione del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-20, che ha una dotazione finanziaria di circa 1,2 miliardi di euro, nell'ultimo anno c'è stata una forte accelerazione sul fronte dell'utilizzo dei fondi: da metà 2015 a fine 2016 sono stati emanati 78 bandi, per un plafond di 611 milioni di euro, oltre la metà del budget complessiva, con quasi 44mila domande di finanziamento. I contributi concessi ammontano a 455 milioni. Le due principali macro-aree interessate dagli stanziamenti riguardano competitività (204 milioni), ambiente e clima (372 milioni). 

"Stiamo investendo ingenti risorse - ha proseguito Caselli - attraverso il Piano di sviluppo rurale, le Ocm e gli altri canali di finanziamento pubblico, per sostenere gli sforzi delle imprese sul fronte della sostenibilità della produzione, della ricerca e dell'innovazione, della sempre maggiore organizzazione dell'offerta e per diffondere buone pratiche agricole in grado di contrastare il cambiamento climatico. La gestione dei rischi in agricoltura sia quelli di mercato che quelli legati al cambiamento climatico, richiede la massima attenzione e le proposte in tal senso contenute nel cosiddetto regolamento Omnibus, licenziato proprio la settimana scorsa dalla Commissione bilancio del Parlamento Ue sono una prima risposta molto utile".

Oltre a Fanfani e Caselli, ha partecipato alla presentazione del Rapporto Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna. Successivamente si è tenuta una tavola rotonda sul tema "Verso la nuova politica agricola comune", coordinata da Gabriele Canali, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, con gli interventi di Claudio Mazzini, responsabile ortofrutta di Coop Italia, Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento Ue; Filippo Arfini, dell'Università di Parma; Guido Caselli, di Unioncamere Emilia-Romagna; Andrea Degli Esposti, imprenditore agricolo; Roberto Ferretti, di Kpmg Advisory; e Roberto Ranieri, di Openfields.

Nella foto: un momento della presentazione del rapporto. Da sinistra, Roberto Fanfani, Paolo De Castro, Simona Caselli e Alberto Zambianchi.

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