Open-source e big data per prevedere il futuro in ortofrutta

Modelli previsionali e meteo al centro di un workshop a Macfrut

Open-source e big data per prevedere il futuro in ortofrutta
Chi fa mercato conosce empiricamente l'influenza dei fattori che concorrono alla creazione del prezzo nel mondo dell'ortofrutta fresca. Uno su tutti: il meteo. Su questo tema, Duccio Caccioni, direttore marketing e qualità del Caab, ha aperto il workshop tenutosi lo scorso giovedì presso la fiera Macfrut intitolato "Il prezzo dei prodotti ortofrutticoli: solo questione di mercato?" con una provocazione proattiva al settore "...utilizziamo ancora poco le finestre di mercato ossia periodi in cui vi sono opportunità a livello commerciale. Non esiste questo tipo di cultura, non abbiamo neanche lanciato studi per comprendere come coprire il mercato nei diversi periodi dell'anno". Presentando vari esempi, il direttore ha sottolineato come alcuni nostri competitor si stiano già muovendo in tal senso. Proprio qui entrano in gioco strumenti come big data, algoritmi e sistemi previsionali per cercare di cogliere tali opportunità, il tutto supportato da uno schema open source.

I prezzi: banche dati come opportunità

A fornire i primi dati della presentazione, Fabrizio De Giacomi, responsabile area mercati Borsa merci telematica italiana, che da 20 anni, tramite rilevatori specializzati, raccoglie prezzi nei mercati all'ingrosso italiani. "Con un sistema centralizzato tra i mercati raccogliamo mezzo milione di prezzi l'anno. Inoltre, dal 2003 esiste la possibilità di comparare i nostri prezzi con quelli di alcuni Paesi europei." La banca dati è a disposizione del sistema per cogliere opportunità commerciali ma anche per implementare modelli di previsione.

Dai cereali all'ortofrutta: modelli previsionali

A tal proposito Mauro Bruni, presidente Areté, ha introdotto alcuni strumenti utili come big data, modelli econometri e predittivi per aiutare il sistema ortofrutticolo nella previsione produttiva e nella gestione delle crisi. Gli strumenti statistici, già largamente utilizzati nel mondo cerealicolo, possono prendere in considerazione diverse variabili concorrenti alla formazione di un elemento da prevedere come ad esempio l'impatto delle iniziative promozionali oppure il potenziale produttivo di una singola parcella di campo.

Meteo e crisi di mercato: il caso Spagna e Italia

Federico Carboni, amministratore delegato di Agromet, ha poi approfondito la crisi produttiva della lattuga spagnola nella prima parte del 2017. Il fenomeno dovuto da tre giorni di intense piogge nella zona di Murcia, in cui sono caduti circa 200 millimetri (due terzi della pioggia di un intero anno), ha fortemente influenzato prezzi e disponibilità del prodotto, tanto che Paesi come il Regno Unito, altamente dipendente dalla Spagna, ha dovuto razionare le scorte nei propri supermercati. Tutto ciò, ha permesso al Marocco di inserirsi come fornitore alternativo. Poi, le gelate del sud Italia nello scorso gennaio hanno sortito i medesimi effetti su culture come insalate e zucchine. Carboni ha infine sottolineato come a loro volta le temperature abbiano alimentato azioni speculative nei prezzi di mele, kiwi e pere.

Il cllima cambia, la difesa si evolve

Riallacciandosi all'importanza del meteo in fase produttiva, Riccardo Bugiani, fitopatologo dei Servizi fitosanitari della Regione Emilia Romagna, ha infine introdotto il tema dell'utilizzo di informazioni climatiche per prevedere le malattie in campo. "Il nostro Paese è tra quelli europei che sta subendo gli incrementi di temperature più elevate, specialmente dopo gli anni Novanta. Un esempio è l'anticipo di circa tre settimane del ciclo culturale della vite in Emilia-Romagna dal 1990 al 2000". Temperature per insetti e temperature/umidità per patogeni come funghi e muffe, sono le basi dei modelli previsionali che consentono di eseguire interventi puntuali nella difesa delle piante.

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