Mac Fruit Attraction: Cina e poi Sudamerica

Piraccini e Calleja hanno presentato la rassegna di novembre a Shanghai

Mac Fruit Attraction: Cina e poi Sudamerica
E’ una delle “terre promesse” all’ortofrutta Made in Italy. E ora c’è un evento che vuole agevolare lo sbarco in quello che è uno dei mercati più grandi e appetibili del pianeta. Si svolge dal 22 al 24 novembre a Shanghai la prima edizione di Mac Fruit Attraction China, evento organizzato da Ifema (fiera di Madrid) e Cesena Fiera: dopo Mac Fruit Attraction Mena in Egitto, che ad aprile ha archiviato l’edizione numero due, i fautori di Fruit Attraction e Macfrut puntano ora sul colosso asiatico. E si preparano a inserire un terzo tassello nel mosaico dell’internazionalizzazione, visto che in autunno dovrebbe essere annunciato un ulteriore evento fieristico, questa volta in Sudamerica (Perù o Brasile le candidate). 

Mac Fruit Attraction China si terrà nell’ambito di Horti Cina, organizzata da Vnu Exhibition Asia, e comprenderà tutta la filiera ortofrutticola, sia cinese che internazionale, dalle sementi alle tecnologie, dal packaging alla logistica, dalla commercializzazione ai servizi. Ne hanno parlato ieri in una conferenza stampa a Macfrut Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera, Raúl Calleja, direttore di Fruit Attraction, Ton Otten, direttore della fiera di Utrecht (coorganizzatrice tramite Vnu Exhibitions Asia, della nuova rassegna), l'assessore della Regione Emilia Romagna e presidente Areflh Simona Caselli, l’imprenditore Patrizio Neri e l’esponente dell’Ice Guido Magnoni, dell'ufficio agroalimentare e vini.

Ad oggi solo il kiwi italiano può entrare in Cina; si sta lavorando per aprire il mercato delle arance e c’è attesa per lo sblocco di mele e pere. Lo scorso anno in ogni caso l’Italia ha esportato kiwi per un valore di 27 milioni di euro, un valore crescita del 12,8% rispetto a quello dell'anno precedente (fonte Ice).


Neri, Caselli e Magnoni. In alto, Piraccini con Calleja e Otten

“L’alleanza con la fiera di Madrid ha una valenza strategica per internazionalizzarsi e in questi due anni la sintonia è aumentata molto”, ha esordito Piraccini. “Un esempio di gioco di squadra a livello europeo che va nella direzione giusta. Vogliamo offrire opportunità alle imprese italiane e spagnole di tutta la filiera. Siamo convinti che il problema delle barriere fitosanitarie cui è soggetta l’ortofrutta italiana sarà superato; nel frattempo il mercato cinese è già accessibile per packaging e tecnologie” .

“Shanghai, a differenza di Hong Kong, consente un accesso diretto al mercato cinese - ha aggiunto Piraccini - e il fatto che l’evento si innesti in una rassegna già esistente, I Fresh, che conta 250 espositori cinesi, è una garanzia: una fiera internazionale non si improvvisa, chi ci ha provato non ha avuto successo, come testimonia quanto avvenuto pochi giorni fa a Milano”. “Vogliamo essere di più di una fiera: un hub, un network specializzato dell'ortofrutta che sviluppa comunicazione e supporta, coerentemente con quanto fatto con le aziende estere presenti in questi giorni in fiera a Rimini. Faremo sempre più squadra. Anche con Cso Italy, che ha un progetto internazionale sinergico al nostro”.

Dal canto suo Calleja, nel congratularsi “per il successo dell’edizione 2017 di Macfrut”, ha evidenziato che “il nostro obiettivo è far incontrare domanda e offerta nei mercati strategici". La Spagna, che non ha gli stessi problemi di barriere dello "Stivale", nel 2016 ha esportato 14.200 tonnellate di ortofrutta in Cina con una crescita del 270% e un aumento del fatturato del 208% sull'anno precedente. 

Patrizio Neri di Jingold ha portato la testimonianza di un imprenditore che esporta in Cina: “la politica di marca ci ha aiutato a entrare nelle città dove la concentrazione di abitanti dal reddito elevato è alta; siamo attivi a Shanghai, Pechino, Guangzhou, ma presto arriveremo anche in città di seconda e terza fascia. Le prospettive sono buone, è importante allacciare rapporti di partenariato con i clienti per gestire la fase commerciale e il prodotto". 

Magnoni ha ricordato che “l’Ice sostiene da tempo Macfrut; la Cina, nei confronti della quale l'Italia ha un saldo negativo di 105 milioni di euro nell'import-export di settore, è una tappa fondamentale. Seguiamo con interesse il dossier agrumi e con altrettanto interesse il tavolo agroalimentare al Mipaaf per l'apertura a mele e pere". Anche perché, è stato sottolineato, il consumatore cinese ha "fame" di ortofrutta europea, considerata più sicura e salubre.

"La fiera di Shangai - ha concluso Magnoni - è un punto di partenza importante per il fresco e per l’intera filiera e l’Ice sosterrà il progetto collaborando anche con la Regione Emilia Romagna". Che, come ha ricordato Caselli, proprio in concomitanza con la manifestazione organizzerà nella metropoli cinese, come fuori-fiera, la settimana della cucina italiana.

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