Xylella avanza, allarme in Puglia

La Regione corre ai ripari, ma rischia di essere tardi

Xylella avanza, allarme in Puglia
Prosegue inesorabile l'avanzata del batterio Xylella fastidiosa in Puglia: dalla provincia di Lecce si sta spostando nel Brindisino, ed è emblematico il caso di Oria, Comune dell'entroterra, dove nell'arco di pochi mesi si è passati da un piccolo focolaio a un "cimitero" di alberi secchi.
Qual è il motivo di questa avanzata? A detta degli scienziati, la mancata attuazione del piano Siletti - che prevedeva l'estirpazione di oltre tremila piante infette per abbassare il livello dell'inoculo presente nelle campagne pugliesi - è stata la causa principale.

D'altronde era prevedibile che, senza l'eliminazione dell'inoculo (pratica obbligatoria in caso di epidemie), la malattia si sarebbe estesa. Non è stata di questo avviso la Magistratura leccese, che aveva aperto un'inchiesta dove metteva in dubbio il lavoro degli scienziati dubitando persino dell'esistenza del batterio killer. Il tutto si è concluso in un nulla di fatto.

Ora si sta cercando di correre ai ripari, come dimostra il piano di difesa che la Regione Puglia ha approvato lo scorso dicembre. Le "Misure fitosanitarie da attuare per il contenimento della diffusione di Xylella fastidiosa" obbligano i produttori a estirpare le piante infette e le piante presenti nel raggio di cento metri. Questi obblighi sono da attuare in situazioni di focolai puntiformi all'interno delle zone cuscinetto. Oltre all'estirpazione, che rappresenta una extrema ratio, ci sono una serie di accorgimenti agronomici e fitosanitari che dovrebbero prevenire la diffusione del batterio, grazie soprattutto al controllo dell'insetto vettore. E' stato inoltre attivato un sistema di controlli per verificare che le norme create siano attuate entro i tempi previsti. Pena sanzioni amministrative molto salate.

Pene esemplari colpirebbero anche coloro che estirpano gli olivi secolari per rivenderli illegalmente ai ricchi proprietari di ville nel Nord Italia. Questa pratica illecita si inserisce all'interno di oltre 100mila espianti di olivi legalmente autorizzati dall'ispettorato provinciale dell'agricoltura, come rende noto Coldiretti. In questo caso, però, non si sono viste conduttori de "Le Iene", magistrati e tanto meno agricoltori legati alle piante. Evidentemente, non tutte le estirpazioni sono uguali.

In ogni caso, il 2017 sarà decisivo per comprendere se le misure adottate saranno in grado di arrestare l'avanzata del batterio o se c'è da temere per l'intera olivicoltura nazionale e mediterranea.

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