Dettaglio ortofrutticolo, le criticità si accentuano

Osservatorio congiunturale Fida-Confcommercio: margini al lumicino, tasse pesanti

Dettaglio ortofrutticolo, le criticità si accentuano
Margini sempre più risicati e difficoltà ancora significative per i negozi di vicinato: è quanto emerge dal quinto Osservatorio congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio dell’alimentazione realizzato da Fida - la federazione italiana dei dettaglianti dell’alimentazione aderente a Confcommercio - insieme a Format Research che è stato presentato ieri mattina a Roma. Il periodo preso in considerazione è il secondo semestre 2016, messo a confronto con i primi sei mesi dello stesso anno.

In generale, nel comparto food, è stabile, con tendenza al miglioramento, il clima di fiducia e stabile risulta anche il livello dei ricavi. Sul fronte creditizio, solo il 38% delle imprese del settore si è visto accordare il fido o il finanziamento richiesto, mentre le tasse continuano a rappresentare una morsa: più di una impresa su dieci (il 12,4%) non riesce a far fronte alla pressione fiscale con mezzi propri e tre su dieci ci riescono solo con molta difficoltà (31%).



Per quanto riguarda nello specifico il dettaglio ortofrutticolo (270 le imprese di settore coinvolte dalla rilevazioni), quando si tratta di commentare la situazione economica dell’Italia il 52% degli interpellati parla di sostanziale "invarianza" rispetto al primo semestre, mentre il 40% ha rilevato un peggioramento; l’andamento generale della propria azienda è rimasto analogo per il 56,7%, è peggiorato per il 31,9% ed è migliorato solo per il 12%; una situazione più pesante rispetto agli altri comparti del dettaglio alimentare. Poco brillante anche l’andamento dei ricavi: per il 50% dei “fruttivendoli” è invariato mentre per il 42,2% è peggiorato; solo il 7,6% degli intervistati ha rilevato un miglioramento. 

Dal punto di vista occupazionale, il 53% degli operatori di settore ritiene le cose siano peggiorate e solo l’1% ha visto un cambiamento in positivo, mentre i prezzi praticati dai fornitori sono rimasti invariati a detta del 67,7% degli intervistati, con il 24,5% che ha avvertito invece un peggioramento. Tendenzialmente immutato lo scontrino medio così come il numero di accessi in negozio, ma anche in questo caso il dettaglio ortofrutticolo performa peggio degli altri settori del food. Viceversa, la quota di prodotti venduti in offerta è più alta. Poco edificante anche il quadro relativo alla capacità di far fronte al fabbisogno finanziario: la liquidità dei “fruttivendoli” è inferiore a quella dei cugini degli altri settori; per il 31% di loro nel secondo semestre dell’anno è peggiorata rispetto ai primi sei mesi e solo per il 7,8% è migliorata. 



Un focus sul commercio elettronico mostra, infine, come anche il dettaglio alimentare si stia muovendo in questo ambito. Le imprese in possesso di un sito web sono quattro su dieci: una su dieci per attività di commercio elettronico, le altre tre solo per vetrina. Il 25% delle imprese del commercio al dettaglio alimentare, poi, utilizza i social network.

“I dettaglianti alimentari  - ha spiegato in occasione della presentazione dell'Osservatorio Donatella Prampolini Manzini (a destra nella foto di apertura), presidente Fida e vicepresidente Confcommercio - stanno facendo di tutto per utilizzare le giuste leve che consentano loro di rimanere sul mercato, puntando su innovazione e attenzione al consumatore. Permangono però, anche a fronte di una lieve ripresa dei consumi, problematiche legate al peso del fisco e alla stretta sul credito. Problemi resi ancora più pesanti dal fatto che la marginalità continua a diminuire, anche per effetto dell'aumento dei prezzi all'ingrosso, non riversati completamente sui consumatori per evitare una nuova stagnazione". 

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