Tardivo di Ciaculli, campagna positiva per il mandarino

Soddisfatto il Consorzio. Mercoledì convegno sulla riqualificazione dello storico agrume siciliano

Tardivo di Ciaculli, campagna positiva per il mandarino
E' terminata venerdì scorso la campagna del mandarino tardivo di Ciaculli (Palermo). Una campagna che, come spiega a Italiafruit News il presidente del Consorzio Giovanni D'Agati, è stata estremamente difficile a causa delle criticità climatiche, anche se il mercato ha riservato soddisfazioni ai produttori.

“Il clima non ha reso facile il raggiungimento degli standard qualitativi a cui siamo abituati ma, grazie alla passione che mettiamo nel nostro lavoro quotidiano, l'annata è andata bene – osserva D'Agati – Siamo riusciti a servire tutti i nostri clienti, grande distribuzione organizzata nazionale in primis. E garantire i flussi a cui la Gdo è abituata in un'annata di scarsa produzione, credetemi, non è facile. Abbiamo spinto ancor di più sulla selezione del prodotto e alla fine la campagna è stata soddisfacente”.



Il Consorzio il Tardivo di Ciaculli, fondato nel 1999, è responsabile del presidio Slow Food per la salvaguardia di questo storico agrume siciliano. Conta 50 soci e circa 80 conferitori per una produzione media annua di cinquemila tonnellate. “All'estero – aggiunge il presidente – lavoriamo con Coop Suisse e, oltre che in Svizzera, esportiamo in Francia, Austria, Malta e Grecia. In Centro Europa la cultura dell'apirenia è più spinta che in Italia. Ma perché questa corsa a togliere il seme? Se garantiamo un prodotto veramente buono, che ha costanza nella qualità, che rispetta il rapporto tra chi produce e chi consuma, allora non ci sono semi che tengano: la mancanza di qualità e di valorizzazione è il vero problema. Vent'anni fa i mandarini non li voleva più nessuno, perché non c'era rispetto di chi consumava, oggi invece assistiamo a una fortissima crescita". 

"Noi – prosegue D'Agati – lavoriamo con il nostro marchio e non è un aspetto banale: lotta integrata, biologico, prodotto con buccia edibile, l'importante onestà di chi lavora con noi e per noi. Tutto questo è nel mandarino tardivo di Ciaculli: ci mettiamo la faccia, cerchiamo di farci conoscere e le insegne della Gdo, senza nulla togliere alla marca del distributore, anche per questo si affidano a una realtà come la nostra”.



Dopodomani, mercoledì 5 aprile, nel salone del teatro di Villabate (Palermo), il Consorzio e Sipcam Italia organizzano l'incontro “Riqualificazione della coltivazione del mandarino tardivo di Ciaculli in agro palermitano attraverso l'introduzione di nuove tecniche di coltivazione”. Interverranno Claudio Monfalcone (responsabile dell'Unità operativa assistenza tecnica della Regione Siciliana), Riccardo Tumminelli (ispettore fitosanitario Omp Acireale), Domenico Bitonte, Salvatore Paladini, Nicola Parisi (Sipcam Italia), Antonino D'Amico (responsabile Ispettorato agrario di Palermo). Modera Lillì Napoli (Regione Siciliana).



Riqualificare il nostro mandarino significa innovare nella tradizione: è un frutto che madre natura ha fatto così e noi lo coltiveremo finché ne avremo la forza”, specifica Giovanni D'Agati. “Ciaculli è l'ultimo lembo della Conca d'Oro palermitana, che ha la particolarità di essere un'area agricola in ambito periurbano. In quest'area ci sono differenze importanti, dai terrazzamenti della parte pedemontana agli agrumeti a valle. Dobbiamo integrare quelle che sono le conoscenze antiche del contadino con la scienza della coltivazione e con le conoscenze tecniche moderne: dobbiamo sfruttare l'avanzamento tecnologico perché la nostra realtà agrumicola ne possa trarre beneficio. C'è un ragionamento da sviluppare sui nuovi portinnesti – conclude D'Agati – per garantire una maggiore tutela verso le virosi”.

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