Dazi australiani sul pomodoro, De Castro ottimista

Dazi australiani sul pomodoro, De Castro ottimista
Il Corriere della Sera ha dedicato un servizio ai dazi australiani sul pomodoro. L'Australia, scrive il quotidiano di via Solferino, è il Paese che molto prima di Donald Trump ha alzato un muro protezionistico sulle importazioni.

Il provvedimento dell'Australia colpisce il pomodoro italiano e i suoi derivati, prodotti che sull'export basano la loro fortuna. Nell'articolo si citano i dati 2016 dell’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali (Anicav): le esportazioni italiane di pomodoro verso l’Australia hanno fatto registrare un calo del 5% in volume e di circa il 10% in valore a fronte di un incremento complessivo dell’export superiore al 7% a 1,6 miliardi di euro.

"Abbiamo pagato con un calo delle esportazioni in Australia da 60 a 53 milioni di valore - ha detto al Corriere Giovanni De Angelis, direttore di Anicav - le politiche protezionistiche messe in campo dal governo di Canberra a danno delle nostre imprese, avviate fin dal 2013 quando l’azienda Ardmona tomatoes, controllata dalla Coca-Cola, si rivolse alla commissione antidumping australiana. Che così, nel 2015, impose dei dazi da un minimo del 3% a un massimo del 26%".

L’accusa era la vendita a prezzi inferiori a quelli praticati in Italia grazie ai sussidi con soldi pubblici europei. Insomma, più o meno la stessa accusa rivolta dagli europei ai cinesi per numerosi prodotti, dagli stessi pomodori in scatola fino all’acciaio. Nel tempo le misure protezionistiche si sono attenuate, sia nell’entità sia nel numero di aziende verso le quali sono indirizzate, ma "l’ultima procedura aperta — aggiunge De Angelis — si concluderà nel prossimo mese di maggio".

Paolo De Castro, ex ministro dell'agricoltura e ora europarlamentare, è fiducioso: "Prima o poi dovranno eliminare ogni dazio perché la ratio della Pac è stata modificata proprio cancellando i sussidi all’export, che non esistono più".

Fonte: Corriere della Sera