Basilicata, prima filiera certificata dello zafferano

Basilicata, prima filiera certificata dello zafferano
“Un mercato con possibilità sorprendente quello delle erbe officinali e dello zafferano per integrare il reddito in agricoltura ma che necessita di una filiera specializzata che, con assoluta competenza e conoscenza possa mettere insieme l’aggregazione dei produttori e la capacità di commercializzazione. L’auspicio é che nascano altri soggetti aggregati e che la formazione e l’accompagnamento da parte di Alsia possano giocare un ruolo determinante per la crescita". Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata Luca Braia a Rotonda nell’ambito della presentazione della prima filiera certificata italiana delle erbe officinali e dello zafferano in Basilicata organizzata insieme ad Alsia.

“Della superficie coltivata a erbe officinali di 230mila ettari e circa 36mila produttori del mercato europeo, l’Italia ne copre 7.200 contando su circa 2200 produttori. In Basilicata – ha sottolineato Braia - i 23 ettari e la decina di produttori censiti nel 2010 sono in costante aumento su tutto il territorio regionale, soprattutto nelle zone dell’area sud e della collina materana nelle quali, al 2017 anche grazie al lavoro, alla divulgazione ed alla sperimentazione di Alsia e dell’azienda Edra negli ultimi anni, si destinano alle erbe officinali circa 30 ettari e si coltivano oltre 30 specie diverse facenti parte della straordinaria biodiversità di cui la nostra terra è ricca, indicatore di grande salubrità ambientale".

"Molto interessante - prosegue Braia - può quindi diventare l’opportunità della filiera dello zafferano per i nostri agricoltori, dove ci sono ampi margini per un prodotto di qualità, se consideriamo che su una produzione mondiale di 178 tonnellate, di cui il 90% proveniente dall’Iran, la produzione italiana si attesta su soli 450-600 kg prevalentemente coltivati in Sardegna, Abruzzo, Toscana, Umbria, Marche, Sicilia".

Nell’area sud e nella zona della collina materana – ha spiegato l’esponente della Giunta regionale - sono già una trentina i produttori riuniti in associazione con un investimento di circa 120mila bulbi e la produzione di circa un chilogrammo che va sul mercato con un’unica etichetta e il marchio Zafferano della Basilicata. Una modalità di integrazione del reddito che sta sempre più prendendo piede anche in virtù del fatto che la manodopera aziendale agricola e zootecnica è disponibile nei 60 giorni a cavallo dell’autunno che sono quelli in cui si effettua la raccolta dello zafferano".

Il Dipartimento agricoltura accompagnerà questi percorsi attraverso i bandi per le filiere e la ricerca del Psr 2014-2020 oltre che con progetti speciali dedicati alla biodiversità.

Fonte: Ufficio stampa Luca Braia