Patate, joint toscana tra Bonifiche Ferraresi e Coop Semia

Per l'azienda maremmana in cantiere anche un nuovo impianto di trasformazione

Patate, joint toscana tra Bonifiche Ferraresi e Coop Semia
Bonifiche Ferraresi ragiona in grande. Non solo in termini di dimensioni aziendali, ma anche e soprattutto di progetti, impiego di tecnologie innovative e approccio al mercato. Da qui l'idea di presentare ai giovani della Coldiretti il “progetto Toscana” nella Tenuta Santa Caterina, sede operativa di Bonifiche Ferraresi in Val di Chiana (Arezzo), perché - come ha detto Federico Vecchioni, amministratore delegato dell’azienda – “non si può pensare un progetto così grande senza coinvolgere i giovani. Questa è un'occasione da cogliere perché può essere un grande volano”.

Cosi, insieme al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e al presidente di Bonifiche Ferraresi, Rossella Locatelli, recentemente Vecchioni ha illustrato il piano che va a completare gli altri investimenti fatti per il rilancio dell’azienda, diventata una delle realtà agroalimentari più importanti, a livello nazionale e non solo. L’incontro, poi, ha avuto un suo naturale seguito in Maremma, alla Tenuta il Cicalino di Massa Marittima (Grosseto) con i rappresentanti locali di Coldiretti e del Consorzio Agrario del Tirreno.

Il nuovo progetto, grazie al completamento della diversificazione del piano colturale, vedrà il potenziamento di tutte le filiere esistenti, a iniziare dall’olivicoltura (oltre 150 ettari entro il 2018), ma anche la coltivazione di patate, cavoli, zucchine e mais e la creazione del distretto orticolo della Val di Chiana, con la reintroduzione di ceci, fagioli, carciofi, meloni e piante officinali. Per queste ultime, poi, è già stato pensato un laboratorio di ricerca e lavorazione nel nuovo centro aziendale in costruzione a Santa Caterina. Una sorta di Silicon Valley agricola in miniatura, un "incubatore" di nuove idee, per Vecchioni che ha parlato anche di marketing e strumenti finanziari, suggerendo ai giovani un approccio innovativo pure nel reperimento delle risorse messe a disposizione della filiera.



“Bonifiche Ferraresi - spiega a Italiafruit News Francesco Giani, direttore commerciale della Coop Semia di Roccastrada (Grosseto), che ha partecipato a entrambi gli eventi - è da questa stagione il nostro principale produttore di patate toscane, in semina proprio in questi giorni in oltre 60 ettari. Un’occasione di collaborazione che abbiamo saputo cogliere da subito, in un'ottica di filiera a elevato valore aggiunto e capace di attrarre anche altri 15 nuovi pataticoltori delle province di Grosseto, Siena e Arezzo. I quali stanno incrementando le superfici investite grazie all'esperienza sulle pratiche colturali messe in atto nella tenuta di Cortona".

Il legame con il territorio è ormai un cavallo di battaglia del marketing ortofrutticolo, uno dei pochi strumenti a disposizione degli agricoltori, insieme alla segmentazione. La qualità, invece, è un prerequisito irrinunciabile. Con queste basi Semia ha sviluppato il progetto “Maremma che…® patata”. "Puntiamo sull'origine del prodotto - continua Giani - perché oggi è questo che il consumatore vuole: conoscere da dove proviene quello che acquista e sapere di potersi fidare". 

Nel 2016 la cooperativa maremmana ha raccolto quasi quattromila tonnellate di patate e intende arrivare a diecimila nei prossimi quattro anni, grazie anche all’entrata delle nuove aziende associate. Il futuro, però, non è solo fresco. “Siamo nella graduatoria del Programma di sviluppo rurale della Regione Toscana e avvieremo presto la realizzazione del nuovo stabilimento, unico nel suo genere in Italia per tecnologie del processo di trasformazione delle patate. Entro la fine dell’anno - conclude Giani - presenteremo il nuovo prodotto e il suo marchio”.

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