Commercio di vicinato, i numeri della crisi

Confesercenti: sette miliardi di euro di vendite in meno dal 2010, si allarga la forbice con la Gdo

Commercio di vicinato, i numeri della crisi
Sos "botteghe": il commercio di vicinato è in picchiata e si allarga la forbice tra piccole e grandi strutture. Anche nel food. La "denuncia" arriva da Confesercenti che definisce esemplare quanto avvenuto a gennaio, quando alla variazione negativa del fatturato delle piccole superfici (-1,4%) è corrisposto uno speculare incremento dell’1,2% della Gdo. A soffrire di più sono le imprese più piccole, quelle che contano fino a cinque dipendenti che registrano una flessione del 3,3% sullo scorso anno.

Il 2016, stando alle rilevazioni della confederazione basate sull’elaborazione dei dati Istat, ha visto chiudere altri 25mila negozi. Il settore distributivo ha registrato, rispetto al 2010, una diminuzione delle vendite di circa 7,7 miliardi di euro, oltre 300 euro di spesa in meno per famiglia con un  crollo delle vendite dei negozi del commercio tradizionale, che hanno subito un'emorragia di 6,9 miliardi in sei anni.  

Commercio tradizionale che, aggiunge Confesercenti, cumula tra il 2011 ed il 2016 una riduzione di quasi 10 punti percentuali del valore delle vendite, con perdite rilevanti sia sul fronte dei beni alimentari (-11%, circa 2,4 miliardi di euro in meno) che su quello del no-food   (-9,3%, pari ad una riduzione di circa 4,5 miliardi di euro). La quota di mercato degli esercizi di minori dimensioni è così scivolata al 27% sul totale e al 16-17% nel comparto grocery.

"Durante questi anni di crisi – il commento di Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti – la recessione ed i cambiamenti nei comportamenti di spesa delle famiglie hanno comportato una redistribuzione delle vendote. Oltre alla crisi, ha pesato certamente l’accresciuta incidenza dell’ecommerce, ed è sempre più probabile che il futuro sia caratterizzato da una fase di concorrenza fra le varie reti distributive: grande distribuzione, distribuzione tradizionale e commercio online, con la vittoria finale delle imprese che riusciranno ad ibridarsi meglio". 

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