Artoni-Fercam, il Mise riapre la trattativa

Artoni-Fercam, il Mise riapre la trattativa
Cessione del ramo di azienda del Gruppo Artoni a Fercam, ma con un numero ridotto di dipendenti (150 su 580). Si è chiusa così, il primo marzo, la giornata al ministero dello Sviluppo economico tra l'azienda reggiana dei trasporti Gruppo Artoni e il gruppo concorrente Fercam di Bolzano.

Tra i due si era rotta la trattativa facendo esplodere una crisi su scala nazionale. Artoni, infatti, conta 580 dipendenti diretti, altri 2.500 indiretti e 36 centri logistici in Italia. Un patrimonio industriale che doveva passare nelle mani di Fercam. La rottura della trattativa ha innescato un effetto domino, portando così all'incontro a Roma, dove il ministero ha chiesto di riaprire il confronto ma su basi diverse e con definizione entro il 10 marzo.

Un piccolo spiraglio che non lascia certo spazio all'entusiasmo, salvo chiedere l'accesso alla cassa integrazione per i dipendenti che ne hanno diritto in attesa di una soluzione.

"Impegno a trovare una soluzione negoziale che preveda un affitto di ramo d'azienda con un perimetro da individuarsi, ridotto rispetto alla proposta iniziale e successivo acquisto da parte di Fercam che dovrebbe coinvolgere circa 150 lavoratori dipendenti del gruppo Artoni". E' quanto riferiscono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sui contenuti del verbale sottoscritto il primo marzo al ministero dello Sviluppo Economico sulla crisi dell'azienda di trasporti Artoni, a seguito della mancata acquisizione da parte del Gruppo Fercam di Bolzano, sottolineando che "questa soluzione dovrà essere definita entro il prossimo 10 marzo".

"Il Gruppo Artoni - riferiscono inoltre le tre organizzazioni sindacali - si è impegnato a reperire strumenti idonei per il proseguimento, anche parziale, delle attività operative in corso ed in tale ottica l'azienda attiverà l'istanza per l'accesso alla Cigs. Artoni deve farsi carico delle retribuzioni pregresse di tutti i lavoratori ed è necessario il coinvolgimento di tutte le regioni interessate per dare prospettive occupazionali e di reddito ai lavoratori indiretti senza salario e dell'indotto senza lavoro".

"La vertenza coinvolge complessivamente circa tremila lavoratori - denunciano le tre organizzazioni sindacali - che potrebbero essere lasciati senza alcuna prospettiva occupazionale e salariale, a causa di una gestione approssimativa dell'intera vicenda da parte del gruppo Artoni e per la scarsa chiarezza sul percorso della definizione negoziale tra le parti imprenditoriali".

"La verifica degli impegni assunti dai due soggetti imprenditoriali - riferiscono infine Filt, Fit e Uiltrasporti - è fissata il prossimo 14 marzo al Mise".

Fonte: Gazzetta di Reggio