Riforma bio, il compromesso di Bruxelles

Intanto a Biofach i dati Fibl e Ifoam confermano una crescita inarrestabile. Il punto di Piva e Nori

Riforma bio, il compromesso di Bruxelles
Nei giorni di Biofach, la fiera internazionale che si conclude oggi a Norimberga, riparte il dibattito sulla riforma Ue del biologico, in stand-by da dicembre.
La presidenza di turno del Consiglio Ue, esercitata dalla Repubblica di Malta, ha infatti presentato un documento di compromesso che sarà sottoposto agli esperti dei diversi Paesi la settimana prossima, per ottenere il 27 febbraio il via libera a riprendere il negoziato con Parlamento e Commissione che porterà all'approvazione definitiva della riforma.
 
Il testo, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, introduce modifiche su alcuni punti molto controversi. Tra questi, sparisce il riferimento alla decertificazione automatica in caso di presenza accidentale dei pesticidi sui prodotti bio, sostenuta da Paesi come Italia e Belgio. Dall'altra parte, è riaffermato il principio che la produzione bio vada fatta sul suolo, come vorrebbe il nostro Paese, e non in vaso nelle serre, come vorrebbero alcuni Paesi del Nord Europa

Intanto, proprio ieri in Italia la commissione Agricoltura della Camera ha adottato il testo unico sull'agricoltura biologica. “Si tratta – affermano i deputati Pd Massimo Fiorio e Alessandra Terrosi, rispettivamente primo firmatario e relatore della proposta di legge Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico - di un primo importante passo per approvare una proposta di legge organica che il settore attende da anni”.

Quanto vale il biologico nel mondo
I dati del rapporto 2016 “The World of Organic Agriculture”, resi noti ieri da Fibl e Ifoam, sono indiscutibili: 81,6 miliardi di dollari di fatturato mondiale (circa 75 miliardi di euro, erano 60 miliardi di dollari nel 2010); 43,7 milioni di ettari (più 7,2% rispetto al 2014); 2,4 milioni di operatori (più 14,7% rispetto al 2014).



“Siamo abituati a numeri sempre positivi - ha commentato Fabrizio Piva, amministratore delegato Ccpb - Dobbiamo però riflettere su cosa dicono i dati: se il mercato cresce più in fretta della produzione, bisogna lavorare su quest'ultima, mantenendo alta la qualità dei prodotti e l’accuratezza del controllo e della certificazione”.

“Qui a Biofach - ha aggiunto Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico - si respira la vocazione internazionale del Made in Italy bio, che viene esportato in tutto il mondo con grande successo. Le aziende guardano sia ai principali mercati europei, cresciuti in media del 13% nel 2015, sia agli Stati Uniti, il più grande mercato bio con 36 milioni di euro di fatturato e il 47% di quota sull’intero fatturato mondiale”.

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