Cimice e Drosophila, danni ingenti anche in Veneto

Sala congressi di Veronamercato sold out, ieri, per il convegno voluto dalle categorie agricole

Cimice e Drosophila, danni ingenti anche in Veneto

Il tema è caldo, la preoccupazione tanta: a confermarlo, la massiccia presenza di operatori intervenuti al convegno "I nuovi e temibili insetti alieni" tenutosi ieri mattina nella sala congressi di VeronaMercato per volontà di Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Confcooperative in collaborazione con la Camera di Commercio e la stessa VeronaMercato. Sotto i riflettori, come anticipato dall'altisonante titolo, la cimice asiatica, sbarcata di recente nelle campagne venete, e la Drosophila Suzukii, il moscerino che attacca soprattutto la frutta "piccola" che secondo una stima ha cagionato 20 milioni di euro di danni solo alle ciliegie.

Oltra ad analizzare la situazione nelle campagne, i numerosi relatori del convegno hanno suggerito possibili soluzioni per fronteggiare il problema, come le reti per proteggere, difendere e migliorare la qualità della frutta. Dopo l’introduzione di Paolo Ferrarese, presidente provinciale di Confagricoltura e Andrea Lavagnoli, presidente provinciale della confederazione italiana agricoltori (Cia), i lavori sono entrati nel vivo con gli interventi di Stefano Caruso, del consorzio fitosanitario di Modena, che ha fornito gli ultimi aggiornamenti sulla difesa dalla cimice, Tommaso Pantezzi, Alberto Grassi e Sergio Franchini, della fondazione Mach di San Michele all’Adige, intervenuti sul controllo di Drosofila Suzukii su ciliegio e piccoli frutti in Trentino, Raffaele Ferraro, di OpCoz/OpoNordest, che ha illustrato l’utilizzo di reti nel Veronese e dell’agronomo Michele Bravetti il quale è soffermato sull’utilità dell’uso di reti colorate per proteggere e migliorare la qualità della frutta. 


Il tavolo dei relatori

La Halyomorpha halys, insetto simile alla cimice verde "nostrana", comparso per la prima volta nel 2012 in provincia di Modena, si è diffuso nel Nord Italia a grande velocità. Insetto particolarmente prolifico deposita 3-400 uova un paio di volte l'anno (fino a sei volte nei Paesi di origine). Non ha predatori naturali noti, attacca frutteti, colture orticole ed erbacee provocando ingenti danni. 

Lo scorso anno l’insetto è comparso in maniera importante anche nel Veronese, intaccando i primi frutteti come meli, peri e kiwi. La Halys rischia di diventare una grave minaccia per i raccolti: sverna nelle case e negli anfratti riparati, quindi da marzo a fine estate continua a fare uova e si riproduce in maniera massiccia. La difesa chimica non è sufficiente, considerato il lungo periodo in cui l’insetto alberga nei frutteti. La ricerca avanza (cliccare qui per leggere), ma la principale risposta, attualmente, resta quella di coprire gli impianti con reti chiuse, modificando e ampliando le protezioni presenti contro la grandine, con un investimento definito però "molto impegnativo" per i produttori. E per il futuro si temono attacchi ancora più incisivi.

Impianto con rete antigrandine piana con antinsetto e antipioggia monofilare

“L’agricoltura veronese che vale 1,8 miliardi di euro alla produzione, affronta l’ennesimo attacco senza strumenti difensivi", ha spiegato Claudio Valente, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona con delega all’agricoltura ricordando che "il comparto dell’ortofrutta, molto importante per l’economia veronese, ha esportato 400 milioni di euro nel primo semestre 2016". Su queste basi, la Camera di Commercio veronese e le associazioni di categoria agricole chiedono con forza alla Regione Veneto l’istituzione di un centro sperimentale di studio per l’ortofrutta, analogo a quello del vino, da insediare proprio a Verona.

Copyright 2017 Italiafruit News