Voucher, il buon lavoro al test di maturità

Il via libera della Consulta riaccende il dibattito sulle prestazioni occasionali in agricoltura

Voucher, il buon lavoro al test di maturità
Dopo la raccolta da parte della Cgil di 3,3 milioni di firme in materia di lavoro, la Corte Costituzionale era chiamata a decidere su tre referendum abrogativi: modifiche all'articolo 18 sui licenziamenti illegittimi previsti dal Jobs act; norme sui voucher e lavoro accessorio; limitazioni introdotte sulla responsabilità solidale in materia di appalti.

La scorsa settimana, la Consulta ha ritenuto ammissibile il quesito referendario sui voucher. Strumenti di cui il settore ortofrutticolo ha fatto largo uso ma che, secondo quanto previsto dalla legge, in primavera gli italiani saranno chiamati a votare, per abolirli o meno. La consultazione referendaria dovrebbe svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno. Salvo, però, elezioni anticipate: in questo caso, la legge prevede che i referendum abrogativi che hanno avuto il via libera dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale siano congelati fino all'anno successivo.

Martina: ora vanno riparametrati
"Gli abusi ci sono stati e ci sono ancora. Sarebbe sbagliato negarlo, per questo bisogna affrontare il tema. Ma più che un dibattito ideologico serve un lavoro di analisi, settore per settore". Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, intervistato dal Corriere della Sera, propone di limitare l’utilizzo dei buoni-lavoro ad alcune categorie: "In agricoltura - spiega - la stretta c’è già stata: adesso i voucher possono essere utilizzati solo per studenti, pensionati e persone in cassa integrazione. Credo sia una buona scelta, studiando i numeri potrebbe essere estesa ad altri comparti".

"La finalità iniziale dei voucher era positiva - continua Martina - Hanno fatto emergere una fetta di lavoro nero, ma in alcuni settori hanno rischiato di accentuare la precarizzazione dei rapporti di lavoro. È su questa distorsione che bisogna intervenire".

Cia: inutili nuove modifiche, l'agricoltura ha altre priorità
Ma tra le organizzazioni agricole, la Cia-Agricoltori Italiani guarda oltre. "Le imprese agricole professionali non vivono di voucher, ma di manodopera qualificata e specializzata - dice il  presidente, Dino Scanavino - Nei periodi di grandi campagne hanno bisogno di flessibilità e di semplificazione. Rispetto a queste priorità, l’attuale dibattito sui voucher continua a non sembrarci strategico".

"Tra l’altro, la discussione di questi ultimi giorni rischia di assumere toni surreali. Non si comprende come, alla vigilia di un referendum così fortemente voluto, sia ipotizzabile tornare a parlare di ennesime e ulteriori modifiche dello strumento dei voucher - spiega Scanavino - visto che in agricoltura quei pochi che ancora lo utilizzano, possono farlo solo con riferimento a giovani studenti e pensionati per lavori occasionali".

La Cia ritiene inutile, a questo punto, l’ennesimo esercizio di intervento legislativo che andrebbe soltanto a introdurre nuove limitazioni o adempimenti. "Il referendum faccia il suo corso ma - conclude Scanavino - si rimettano al centro del tavolo politico le azioni strategiche per lo sviluppo dell’impresa e di chi vi lavora".

Intanto, la nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione di ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail evidenzia che si sta assistendo a un vero e proprio boom dell’utilizzo dei voucher: nei primi nove mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. 

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