Una settimana polare per l'ortofrutta italiana

Gli aggiornamenti sui danni causati dal gelo, i vostri commenti e foto

Una settimana polare per l'ortofrutta italiana
Non è ancora finita. L'ondata di neve e gelo che ha colpito l'Italia - e in misura straordinaria anche le regioni del Sud - continua. E l'ortofrutta continua a subirne i danni, diretti e indiretti: da una parte la difficile situazione nei campi, con la produzione compromessa e le strutture danneggiate; dall'altra l'andamento dei mercati, con prezzi al rialzo all'ingrosso e al dettaglio.

Venerdì scorso la giunta della Regione Puglia ha approvato "la dichiarazione dello stato di crisi in agricoltura per tutto il territorio regionale, a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche del 5, 6 e 7 gennaio". L'assessore regionale all'agricoltura, Leo Di Gioia, aveva sottolineato che "la situazione è gravissima, è necessario un intervento che ci consenta di attingere al Fondo di solidarietà nazionale".

La palla passa quindi al ministro Maurizio Martina. Anche la Basilicata fa i conti con i danni. L'assessore all'agricoltura Luca Braia ha convocato il tavolo verde per affrontare l'emergenza neve assieme alle associazioni di categoria. "Il 30 gennaio 2017 - informa l’assessore Braia - è la data ultima fissata per l’invio delle segnalazioni corredate da foto. La conclusione tempestiva di tutte le visite in sito e le stima puntuale dei danni, rispettando il cronoprogramma che ci siamo prefissati con gli uffici, ci consentirà di chiedere immediatamente lo stato di calamità, alle condizioni previste dalla norma”.



“Soltanto nel 1956 e nel 1985 abbiamo avuto delle gelate così consistenti ed un freddo così pungente", sottolinea il presidente dell’Associazione Produttori Agricoli del Lazio, Stefano Giammatteo. "In base ad alcune consultazioni che abbiamo fatto insieme ai vari tecnici del nostro territorio, peraltro confermate anche da alcuni enti di ricerca, ammonterebbero a circa 10 milioni di euro i danni causati dal freddo sulle colture soprattutto orticole della Regione Lazio. Ci sono interi raccolti andati distrutti, ivi compresi quelli dentro le serre, sia nella provincia di Latina che in quella di Roma, con ulteriori aumenti dei costi di gestione. Questa è un’altra mazzata, per un settore come quello agricolo che già versa in gravi condizioni per effetto del crollo dei prezzi alla produzione, della concorrenza sleale con altri paesi europei ed extraeuropei, degli eccessivi costi di produzione. Quindi con questi danni ulteriori dovuti a calamità naturali, parecchi agricoltori saranno costretti ad indebitarsi ancor di più, come successo già in passato, per coloro che hanno subito i danni sul kiwi dal batterio killer”.

Secondo l’Aspal ci sono tutte le condizioni per chiedere al Governo lo stato di calamità naturale. Adesso, avvertono dal direttivo Aspal, bisognerà fare attenzione all’impennata dei prezzi dovuta alla scarsa quantità di prodotti, soprattutto orticoli, con ulteriori rischi di speculazioni all’interno della filiera, ai danni di coltivatori ed ai consumatori.



A proposito di danni, per la Coldiretti a livello nazionale ammonterebbero a circa 300 milioni. Coltivazioni decimate con interi raccolti di ortaggi invernali perduti e danni alle piante da frutta come agrumi e viti crollate sotto il peso della neve ma anche strage di centinaia di animali. Questo il quadro che emerge dal dossier della Coldiretti sugli effetti del maltempo.

"Nei supermercati sono praticamente dimezzate – rileva la Coldiretti - le consegne di ortaggi invernali sugli scaffali. Dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape sono disponibili in quantità ridotte mentre alcune referenze specializzate, come il carciofo spinoso sardo a denominazione di origine -  aggiunge l'associazione - sono addirittura introvabili. Inevitabili i rifessi alla vendita in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi mediamente triplicano dal campo alla tavola secondo l’analisi della Coldiretti. E gli effetti rischiano di protrarsi nel tempo per i danni strutturali causati alle piante da frutto a causa del peso della neve. Alcuni prodotti però - avverte la Coldiretti - sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari, mentre rialzi alla produzione dovuti all'aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori. Occorre vigilare che non vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per fare acquisti di qualità al giusto prezzo. Per la straordinaria ondata di maltempo, servono strumenti di intervento che non possono essere il solo Fondo di solidarietà nazionale attivato con lo stato di calamità".



La regione più colpita - precisa la Coldiretti - è la Puglia dove una prima timida stima del danno accertato nelle campagne è superiore al momento ai 110 milioni di euro anche perché clementine e arance sono irrimediabilmente rovinate dal gelo, i tendoni di uva da tavola sono crollati sotto il peso della neve e il freddo ha fatto crollare del 30% la produzione di latte come è avvenuto peraltro in altre Regioni dove è presente l’allevamento. Le gelate dei primi giorni dell’anno hanno colpito pesantemente il Sud Sardegna con la patria del carciofo. In Sicilia per Coldiretti è drammatica situazione che gli agricoltori siciliani stanno vivendo a causa del maltempo per le produzioni orticole. Da una prima ricognizione effettuata dalla Coldiretti Calabria, la neve e il gelo hanno causato notevoli danni e distrutto centinaia di ettari di frutta pronta per la raccolta, in particolare agrumi, e si teme per la filiera del bergamotto oltre che per gli ortaggi quali zucchine, cipolle, finocchi, piselli e fave. Le bassissime temperature hanno distrutto anche le coltivazioni in serra che hanno subito altresì un forte aumento dei costi di riscaldamento.

L’ondata di gelo ha colpito con una violenza particolare le zone del Lazio a spiccata vocazione agricola distruggendo produzioni specializzate come i broccoletti da Anguillara e riducendo i volumi di finocchi, carciofi e cavoli resi tradizionalmente disponibili nelle aree più vocate, ma gravi difficoltà per le produzioni orticole sono segnalate anche in Abruzzo anche per i problemi di viabilità che ostacolano la consegna delle produzioni che si sono salvate. In Molise interi campi di ortaggi sono gelati facendo registrare forti perdite. Serre e capannoni sono crollati sotto il peso della neve. In Basilicata sono centinaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine, ma anche gravi danni si sono verificati sugli agrumeti che hanno ceduto sotto il peso della neve. Nelle Marche i problemi maggiori si segnalano sulle coltivazioni di finocchi.



Sulla pagina Facebook di Italiafruit News sono state postate diverse segnalazioni di danni, anche con foto (alcune delle quali pubblicate in questo articolo), oltre che commenti sulla difficile situazione che si vive in campagna e nei mercati. Di seguito ne riportiamo alcuni.

"Si tratta di un evento eccezionale che ha colpito le principali zone di produzione italiane ed ha ripercussioni a livello nazionale", commenta Virgilio Massaccesi. "Il problema si aggraverà ulteriormente i prossimi giorni con prezzi alti e qualità scarsissima. I pochi fortunati che hanno prodotto è giusto che lo valorizzino al massimo, è la legge del libero mercato che purtroppo a tanti non piace. Il consumatore sarà l'arbitro dei prezzi con le sue decisioni di acquisto".

"Purtroppo non c'è politica che difende la categoria agricola", la constatazione di Salvatore Padovano. "Col gelo di questi giorni si è ridotto al minimo il raccolto. Bietole, broccoli, broccoletti, cavoli, spinaci... sono quasi scomparsi. Al posto di allarmare il consumatore per l'aumento, perché non dicono niente quando grandi quantità di verdure e di ortaggi restano invenduti e vanno al macero? Ogni tanto gira a favore degli agricoltori".

"I prezzi purtroppo saranno carissimi fino a marzo - analizza Giuseppe Burgio - noi siamo un consorzio di Gela: nelle serre ci sono seri danni, prima per la virosi ora per il freddo. L'unica cosa sensata che dovrebbero fare le diverse piattaforme dei supermercati sarebbe quella di non considerare il loro normale rincaro, cioè non mettere sull'ortofrutta un rialzo del 300%".

"Anche se prodotti sotto serra, gli ortaggi della fascia trasformata siciliana hanno subito considerevoli danni causati dal gelo - sottolinea Gianni Celeste - la plastica non basta a proteggere dal freddo, almeno che non ci siano impianti di riscaldamento o ugelli sopra le strutture che creano una patina di ghiaccio che protegge l'interno della serra dalle basse temperature. Queste protezioni richiedono investimenti considerevoli che non tutti possono fare a causa delle scorse annate disastrose, e non consideriamo tutte le colture sotto tunnel, altro tipo di copertura, che proprio a causa della struttura non consente nessuna protezione".

Copyright 2017 Italiafruit News