Aziende agricole nella «morsa» del gelo

I danni maggiori al Centro-Sud. I commenti di operatori e Organizzazioni

Aziende agricole nella «morsa» del gelo
Con il gelo degli ultimi giorni, a causa delle difficoltà di circolazione nelle aree più colpite dalla neve, sono andate in tilt le consegne di molti alimenti deperibili, come frutta e verdura. In tutta Italia, ma soprattutto nel Centro-Sud, il panorama è purtroppo comune: migliaia di ettari di verdure pronte per la raccolta “bruciate” dal gelo; serre e strutture danneggiate o distrutte sotto il peso della neve; viabilità interrotta; aziende agricole e stalle isolate; perdite di oliveti, vigneti, colture da frutto e seminativi.

“Nel Metapontino - riferisce a Italiafruit News Giuseppe Appio, amministratore unico della cooperativa Primo Sole di Montescaglioso, in provincia di Matera - ci sono stati forti disagi e parecchi danni legati alle intense nevicate, evento eccezionale che non si verificava da molti anni. Con l'abbassamento delle temperature stiamo registrando rilevanti danni da gelo su finocchi e cavolfiori (vedi foto), proprio nel momento in cui il mercato sembrava rispondere meglio. Per quanto riguarda in particolare la Primo Sole, grazie alla diversificazione delle zone di produzione, stiamo contenendo i danni e, in parte, assecondando le richieste dei clienti abituali”.




Mercuri (Alleanza Cooperative), colpiti 30mila ettari tra agrumeti e ortaggi

“Si protrarrà ancora per almeno una decina di giorni il fermo delle consegne sui mercati nazionali dei prodotti ortofrutticoli provenienti dalle regioni del Mezzogiorno duramente colpite dall’ondata di maltempo. Sono infatti almeno 30mila gli ettari di coltivazioni ortofrutticole e agrumicole attualmente compromessi dal gelo, a causa di temperature che hanno raggiunto anche i 10 gradi sotto zero e che hanno distrutto le produzioni di carciofi, broccoli e sedani e danneggiato anche quelle di cavolfiori e cucurbitacee. Ancora da quantificare infine i danni delle coltivazioni arboree a risveglio vegetativo primaverile, come peschi, mandorli e ciliegi”. Così si è espresso Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari in merito ai danni alle colture agricole causati dal maltempo.

“Ma è tutto il comparto agroalimentare nel suo complesso a risentire del brusco calo delle temperature, con ricadute molto pesanti anche sul versante occupazionale - ha aggiunto Mercuri - A causa del mancato raccolto, le strutture di lavorazione di molte nostre cooperative sono ferme e ci sono almeno 5mila operai stagionali costretti a casa, con conseguente riduzione del numero di giornate lavorative, indispensabili dal punto di vista contributivo”.

Guidi (Confagricoltura): "Danni per milioni di euro. Chiediamo lo stato di calamità naturale"
“La straordinaria ondata di maltempo che ha colpito il centro-sud del Paese, con nevicate copiose e poi le gelate per le temperature di molto sotto lo zero, stia mettendo in ginocchio moltissime aziende agricole e zootecniche - ha commentato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - Si parla di danni per milioni di euro, anche se è impossibile quantificare compiutamente perché l'emergenza continua e potrebbe ulteriormente aggravarsi”.

Molti i problemi: le colture agrumicole, viticole e frutticole (anche in serra) di Calabria, Sicilia, Campania, gli oliveti di Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia, i legumi e le orticole di Campania, Lucania, Puglia. “La nostra Organizzazione - ha continuato il presidente di Confagricoltura - è impegnata a monitorare costantemente la situazione. I nostri agricoltori stanno collaborando attivamente con la Protezione civile per superare l'emergenza. Chiediamo lo stato di calamità naturale e interventi tempestivi e adeguati per la piena ripresa delle attività produttive”.

"C'è poi un'emergenza nell'emergenza che è quella delle zone terremotate di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, dove non si è riusciti a fornire tempestivamente i moduli abitativi per le persone e le tensostrutture per il ricovero del bestiame. Il nostro appello - ha concluso Guidi - è a fare presto".

Coldiretti, consegne alimentari in tilt

Anche la Coldiretti, dopo un primo monitoraggio all’apertura settimanale dei mercati, ha chiesto l’avvio delle verifiche per dichiarare le condizioni di calamità naturale per l’agricoltura nelle regioni più danneggiate.

Il maltempo che ha colpito pesantemente le campagne delle regioni del Centro-Sud dove si contano già decine milioni di euro di danni per le perdite dei prodotti, ma anche per i danni alle strutture e l’aumento esponenziale dei costi per il riscaldamento. In Basilicata come nelle Marche, in Abruzzo come in Puglia, nel Lazio e in Sicilia sono migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha “bruciato” le piantine ma anche – sottolinea la Coldiretti - gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve.
Ma anche nelle Regioni del Nord, più abituate e attrezzate alle base temperature, si registrano disagi e aggravi di costi produttivi.

Cia, prime stime quantificate in 700 milioni di perdite
Le prime stime, parziali, elaborate dalla Cia - Agricoltori italiani parlano di molte centinaia di milioni d’euro. Perdite di produzioni, guasti di beni strumentali, problemi logistici e reperimento foraggio per allevamenti. Almeno triplicati i consumi di gasolio ed energia per il riscaldamento di stalle e serre. In alcune zone alberi divelti dal forte vento, in altre si teme la tenuta di molti alberi da frutto. Un quadro critico che impone misure straordinarie per dare sollievo agli agricoltori colpiti.

Regioni
Ortaggi
Agrumi
Puglia
1.186.897
88.267
Sicilia
1.051495
638.245
Basilicata
170.347
45.340
Calabria
417.865
318.747
Umbria
36.937

Marche
106.223

Campania
1.177.060
24.380
Abruzzo
445.770

Molise
83.633

I principali settori a rischio: valore alla produzione in .000 euro (2015, fonte Cia)

La stima approssimativa dei danni indica perdite complete o parziali dei mezzi strumentali per più di 250 milioni di euro, tra i 25 e i 30 milioni aggravio spese per riscaldamento serre e allevamenti, 400 milioni tra danni alle colture e mancata commercializzazione. La perdita del settore potrebbe già aggirarsi intorno ai 700 milioni di euro.

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