Brexit, timori sulla velocità dei flussi sotto la Manica

Studio Ernst&Young sulla logistica dei freschi. Collegamento strategico anche per l'ortofrutta

Brexit, timori sulla velocità dei flussi sotto la Manica
Il tunnel della Manica è strategico per l'import-export della Gran Bretagna. Sotto il canale, infatti, ogni anno passano merci per oltre 91 miliardi di sterline – il 30% dell'export anglosassone verso l'Europa e il 22% dell'import dai Paesi Ue – comprese importanti forniture ortofrutticole. Questi valori sono contenuti in un report della Ernst&Young commissionato da Groupe Eurotunnel, la società che ha in gestione l'infrastruttura da cui transitano 2,5 milioni di auto e 1,5 milioni di mezzi pesanti ogni anno. Gli operatori logistici temono che gli effetti della Brexit possano ripercuotersi negativamente sulla velocità degli scambi commerciali nel tunnel e fanno appello al governo inglese perché non metta barriere che rallentino i flussi.

Il tunnel della Manica – viene spiegato nello studio – ha cambiato le modalità inglesi di fare business, in special modo per le consegne espresse di quelle compagnie logistiche impegnate nel trasporto di prodotti alimentari freschi, come frutta e verdura. E anche la filiera distributiva, ormai abituata a ricevere velocemente le forniture di freschi e freschissimi, ha nel tempo mutato il suo assetto logistico.

Per Jack Gounon, presidente di Eurotunnel, l'infrastruttura è strategica per lo sviluppo delle relazioni commerciali del Regno Unito con l'Europa. Il rapporto targato Ernst&Young, inoltre, mette in luce come i benefici della Manica non riguardino solamente le zone più meridionali dell'Inghilterra, ma arrivino sino alla Scozia, che conta sulla galleria per esportare 300 milioni di sterline tra pesce, frutta, verdura e fiori.

“Il tunnel connette l'Uk con l'Europa continentale, attrverso un taglio dei tempi di trasporti e quindi dei costi”, spiega Peter Arnold, di  Ernst&Young. “Il tunnel ha ridotto le barriere fisiche al commercio”.
E questi vantaggi, mette in guardia Steve Hanley Cook della Dhl, non devono essere messi a rischio dalla Brexit.

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