Pomodoro di Pachino Igp, c'è anche il datterino

Il riconoscimento porta a cinque le varietà tutelate. Fortunato: situazione di mercato drammatica

Pomodoro di Pachino Igp, c'è anche il datterino
Indicazione geografica protetta, la Sicilia si rafforza: la denominazione di pomodoro Pachino Igp coprirà infatti da ora in poi anche il datterino. Il riconoscimento arriva al termine dei tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell'Ue del nuovo disciplinare senza che nessuno si sia opposto alla sua modifica. In tutto cinque le varietà che rientrano ora nel marchio di qualità Ue (plum e miniplum, ovvero le categorie degli "allungati", si aggiungono a ciliegino, tondo liscio e costoluto); è atteso un aumento di volumi significativo, visto che sono quattro i milioni di chili prodotti ogni anno a fronte degli attuali sette milioni certificati.
 
Una notizia accolta nell'ambiente con soddisfazione ma anche qualche polemica, dopo una stagione particolarmente difficile per il pomodoro e per il ciliegino in particolare (cliccare qui leggere). "Il brand pomodoro di Pachino acquista ulteriore forza e importanza sui mercati europei e mondiali", il commento a caldo Michela Giuffrida (S&D), membro della Commissione per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo.

"Abbiamo il dovere di promuovere e proteggere la crescita di un comparto, quello ortofrutticolo, che nell’area di Pachino dà lavoro a 5.000 persone, fattura 80 milioni di euro e coinvolge più di 100 aziende. Numeri che grazie alle certificazioni europee, sono destinati a crescere”. 

"E’ stato un anno molto complicato per l’agricoltura - ha proseguito Giuffrida - soprattutto per i produttori siciliani che devono fare i conti con le importazioni di pomodori dal Marocco. Su questo ho presentato una interrogazione al Commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan cui ho portato il grido dall’allarme dei produttori siciliani". 

La notizia rappresenta il frutto di un lungo lavoro da parte del team del Consorzio, come spiega il presidente del Consorzio Sebastiano Fortunato: “Da anni lavoriamo su questa tipologia di pomodoro che ha una grande apprezzamento da parte del mercato; questa misura ci permetterà di valorizzarlo rispetto a pomodori di altra provenienza. Per la produzione rappresenterà un valore aggiunto, che contribuirà ad aumentare il reddito di chi lo produce. Auspichiamo che si crei una corsia preferenziale all’interno della Gdo per la commercializzazione di questo prodotto" 

"La previsione - prosegue - è di aumento per i volumi certificati dal Consorzio. Si tratta di un lavoro svolto da tutta la squadra del Consorzio Igp e dal Cda con il supporto dello Studio di agronomia di Salvatore Francavilla, che fornisce un valido strumento ai nostri agricoltori per combattere la  crisi e dare una marcia  in più alle nostre produzioni”.

Il riscontro sarà anche di tipo economico per tutti i produttori: “Con questa variante- spiega il direttore del Consorzio Salvatore Chiaramida-  anche le aziende che non producono ciliegino o costoluto hanno ora l'opportunità in questo modo di fregiarsi del marchio Igp. Ciò significa che si allargherà la platea dei potenziali soci che possono far parte del Consorzio e usufruire delle azioni di tutela e promozione che da anni portiamo avanti. Con la possibilità di avere un prezzo di vendita maggiore del 20-25% e di conseguenza una redditività e una marginalità superiore”.

"La situazione del comparto - ha detto peraltro senza mezzi termini ai media locali il presidente Fortunato - è drammatica".

E dalla vicina Vittoria arriva una nota polemica per bocca del sindaco Giovanni Moscato: "la miopia politica e l’incapacità di programmare per valorizzare l agricoltura hanno portato la nostra città all’isolamento e alla perdita di svariate occasioni, prova ne è che pur essendo Vittoria la terra del Ciliegino abbiamo abdicato in favore di Pachino perdendo la tutela sul Datterino".

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