«Meno prodotto, più qualità e consumi: segnali positivi per la campagna pere»

I commenti di Orlandi (Origine), Amidei (Oi) e Minguzzi (Fruitimprese)

«Meno prodotto, più qualità e consumi: segnali positivi per la campagna pere»
Entra nel vivo la campagna commerciale delle pere ed è tempo di primi bilanci e previsioni circostanziate per il prosieguo. Fruitimprese Emilia Romagna, regione che esprime il 65% della produzione nazionale, sottolinea come “rispetto al 2015 si sia registrato un calo produttivo del 10% con punte del meno 15% per la varietà Abate”. Giancarlo Minguzzi, presidente dell’organizzazione e della Op Minguzzi di Alfonsine (Ravenna) e del sodalizio regionale che riunisce aziende private capaci di generare un fatturato di 900 milioni di euro, sottolinea che “si sono confermate le previsioni europee: un’annata produttiva assolutamente non eccedentaria in tutta Europa con valori al di sotto della media degli ultimi cinque anni”. 

“Il calo dell’offerta nel Continente - aggiunge - ha contribuito a vivacizzare gli scambi, grazie anche all’elevato livello qualitativo della produzione italiana con calibri e grado zuccherino tornati su buoni livelli; un trend di cui hanno beneficiato le varietà estive come Carmen e Santa Maria – di cui si stanno ultimando le vendite -  con prezzi di circa 10 centesimi superiori allo scorso anno”. 



“Quanto alle Williams – aggiunge Minguzzi -  pur di calibro medio superiore allo scorso anno, non registrano prezzi superiori poiché sono state un po’ trascurate dalla Gdo europea. Discorso diverso per la Abate, il cui raccolto è stato inferiore allo scorso anno: il mercato è partito un po’ lento, ma si attendono prezzi uguali o superiori al 2015, per cui possiamo pensare che la produzione possa realizzare mediamente 10 centesimi in più al chilo rispetto al 2015. La Kaiser, infine, si caratterizza per un'ottima qualità e calibri superiori allo scorso anno”.




Il presidente dell’Oi Pera Gianni Amidei (sopra) concorda con le stime di Fruitimprese Emilia Romagna ma non ha avuto l’impressione di un avvio al rallenty dell’Abate. Anzi: “il mercato è partito bene con consumi superiori allo scorso anno sia in Italia, sia all’estero, cosa che fa ben sperare nell’ottica di poter garantire ai produttori remunerazioni superiori a quello dello scorso anno”. “Del resto - aggiunge - il prodotto è davvero buono, superiore per pezzatura e qualità organolettiche a quello di cui disponevamo dodici mesi fa”.



"Minor quantità di prodotto - commenta Alessio Orlandi, neo general manager di Origine Group (a destra nella foto con Alberto Garbuglia) - fa rima con disponibilità di calibri più sostenuti e maggior qualità del prodotto. Le congiunture commerciali sostengono un cauto ottimismo, avendo terminato le varietà estive con dieci giorni di anticipo rispetto alla passata stagione".

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