Martina: «Il mio impegno costante per il settore ortofrutticolo»

Tra tutela del reddito e nuovi mercati, parla il ministro delle Politiche agricole

Martina: «Il mio impegno costante per il settore ortofrutticolo»
Signor ministro, il settore ortofrutticolo rappresenta una delle più importanti voci dell’economia agricola italiana. Cosa si prevede nella Legge di Bilancio per i produttori?
Abbiamo previsto l’azzeramento dell’Irpef per imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Una misura che impatta in maniera più forte proprio per chi ha coltivazioni arboree. Andiamo ad aggiungere un tassello importante alla strategia di taglio delle tasse iniziata con la cancellazione di Irap e Imu agricole lo scorso anno. Si tratta di uno sgravio da 1,3 miliardi di euro in 24 mesi. Non era stato mai fatto.

A quando un piano organico nazionale per il settore, magari articolato per filiere?
Stiamo lavorando per dare più strumenti ai produttori di ortofrutta, soprattutto sotto il profilo della tutela del reddito. In questi 30 mesi di governo abbiamo puntato a rafforzare i rapporti interni alla filiera, coinvolgendo di più la grande distribuzione con progetti pilota che stanno dando indicazioni importanti. Anche sul fronte degli ortomercati abbiamo individuato un percorso di riqualificazione che può essere utile per tutto il sistema ortofrutticolo. Resta la grande sfida dell’aggregazione che è tutta da vincere.

A proposito di aggregazione e di Organizzazioni di produttori: a quando nuove soglie nazionali che mettano fine al caos prodotto da norme regionali?
Quando parlo di sfida organizzativa mi riferisco soprattutto a questo. Le Op aggregano una quota che sta sotto il 40% del valore della produzione. Quando in alcune regioni ci sono quasi più Op che produttori si capisce che qualcosa non va. Il Collegato agricoltura approvato ad agosto ci dà margine per intervenire e vogliamo farlo. Riassumendo, il nostro obiettivo è avere più organizzazione e meno organizzazioni.

Prezzi di ritiro UE: fermi dal 2011, aumenteranno a gennaio del prossimo anno.

È un risultato importante, sul quale abbiamo lavorato a lungo. Il fatto che fossero fermi da sei anni è il segno della mancanza di strumenti per gestire le crisi. Su questo serve un vero cambio di passo europeo. Le regole attuali consentono interventi solo quando è troppo tardi.

Per dare fiducia agli operatori che chiedono possibilità di sondare nuovi mercati strategici per l'ortofrutta italiana: quanti dossier abbiamo aperto e con quali Paesi extra-Ue?

Siamo impegnati su 11 fronti al momento, con mercati chiave come Stati Uniti, Cina, Turchia e altri emergenti come il Vietnam. Per quanto riguarda il Canada abbiamo sbloccato l’export di uva con i primi carichi partiti proprio nei giorni scorsi e abbiamo fatto un bel lavoro per evitare che ci fossero barriere per le nostre susine. È un impegno costante che portiamo avanti in tandem con ministero della Salute, Esteri e ambasciate.

Dopo la sua "esperienza ortofrutticola" a Macfrut, c'è qualche possibilità di vederla al Fruit Logistica di Berlino? La fiera delle fiere per il nostro settore.
Importante che ci siano le nostre imprese a rappresentare la forza dell’Italia ortofrutticola. Siamo i primi produttori in Europa e questa leadership dobbiamo esercitarla anche in occasioni come quella. Con il viceministro allo Sviluppo economico Scalfarotto abbiamo proprio affrontato il tema, pensando soprattutto alla necessità di coordinare e unire la presenza italiana nelle fiere estere.

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