Testamento Caprotti, indicazione Ahold per il futuro

Testamento Caprotti, indicazione Ahold per il futuro
Quel cantiere in via Famagosta, a Milano, rappresentava un altro tassello della lotta tra Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga scomparso lo scorso 30 settembre alla soglia dei 91 anni, e la Coop. Perché proprio in quella posizione, davanti al quartier generale di Coop Lombardia, sono in corso i lavori per la costruzione di un nuovo superstore Esselunga. Una posizione strategica nel capoluogo lombardo – per la vicinanza alla fermata del metro e al parcheggio scambiatore – ma anche un presidio sulla sede del “nemico” numero uno.

La Coop, come ha raccontato nei giorni scorsi il quotidiano La Repubblica, è pure finita all'interno del testamento dell'imprenditore. Nelle ultime righe del documento con cui ha spartito il suo impero – affidando il controllo della catena alla moglie Giuliana e alla figlia Marina – Caprotti ha lasciato precise indicazioni sul futuro della sua creatura, auspicando una possibile cessione ad un player estero, ma mai e poi mai Esselunga deve diventare una Coop.

Ahold (colosso olandese che in estate si è fuso con la belga Delhaize, ndr) sarebbe ideale, Mercadona (gruppo spagnolo, ndr)  no”, ha scritto Caprotti nel testamento. Poi un monito sulla sua Esselunga. “Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi, può diventare Coop. Questo non deve succedere”.

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