Rosaria, l'arancia dell'Etna che ripaga i produttori

A Macfrut la story-telling della Op di Pannitteri

Rosaria, l'arancia dell'Etna che ripaga i produttori
“Una grande famiglia di produttori di arance”. Da qui ieri, all’incontro organizzato in ambito Macfrut, è partito Aurelio Pannitteri, presidente della Op Rosaria, per raccontare la storia del marchio che, dal 2005 a oggi, ha investito nella valorizzazione dell’arancia rossa tramite, soprattutto, lo stretto legame tra prodotto e territorio di origine.

La storia di Rosaria, infatti, nasce oltre dieci anni fa con lo scopo di valorizzare l’arancia siciliana e il suo territorio di produzione attraverso una strategia che unisce qualità, gusto, caratteristiche organolettiche, salute e rispetto dell’ambiente.

“Fare aggregazione per i siciliani è un po’ andare contro il proprio Dna – ha ironizzato Pannitteri – Eppure nella nostra Op i produttori condividono obiettivi e strategie della marca. Con loro si sta facendo un serio e reale lavoro di coinvolgimento che ci sta dando molte soddisfazioni. Loro sanno come e cosa devono produrre perché noi possiamo portare la loro arancia sui mercati. Non è semplice, ma questo metodo funziona, per noi e per loro. Non è questo fare filiera?”.

E, sempre in un’ottica di collaborazioni sul territorio, l’Op Rosaria - insieme ad altre aziende siciliane - ha deciso di sostenere, con investimento privato, l’attività del Crea di Acireale per allargare il periodo di commercializzazione dell’arancia rossa.

La qualità del prodotto da sola non basta, bisogna saperla comunicare al consumatore. Così è nata nel 2005 la collaborazione con il Gruppo Roncaglia che ha studiato le campagne pubblicitarie del marchio Rosaria. “Chiamatela per nome” è il payoff delle campagne che in poco più di dieci anni hanno portato il brand a essere uno dei più conosciuti dai consumatori nel panorama ortofrutticolo. E, ieri, Armando Roncaglia ha ricordato - attraverso le immagini questo percorso di comunicazione - le campagne stampa e gli spot televisivi dei primi anni.


Da sinistra, il giornalista Isidoro Trovato, Pannitteri, Roncaglia, Nosi

“L’Italia è un paese straordinariamente ricco di produzioni agricole e agroalimentari di qualità – ha commentato Costanza Nosi, del Dipartimento di Studi aziendali dell’Università Roma Tre – Gli imprenditori e i lavoratori, attraverso le loro conoscenze e competenze, valorizzano le risorse locali per commercializzare prodotti di qualità, caratterizzati principalmente dall’area geografica di provenienza”.

“Alcune di queste imprese – ha concluso la Nosi – sono in grado di realizzare iniziative di valorizzazione della propria produzione che si riverberano positivamente su tutto il territorio. In sostanza, si genera un circolo virtuoso che nasce dall’iniziativa promozionale di una singola impresa che è in grado di costruire notorietà e consapevolezza della propria marca e, allo stesso tempo, traina l’intera produzione locale”.

Copyright 2016 Italiafruit News