Conservare le pere con l'1-Mcp, la strategia più idonea

La rivela uno studio dell'Università californiana di Davis

Conservare le pere con l'1-Mcp, la strategia più idonea
A seguito della revoca dell'utilizzo dell'etossichina, la conservazione delle pere si è complicata non poco, soprattutto per l'Abate Fétel. La molecola più utilizzata come sostitutivo è stata senza dubbio l'1-Mcp (1 metil ciclo propene) che interferisce nella formazione dell'etilene all'interno del frutto rallentando quindi i processi di maturazione. Tuttavia questo principio attivo ha evidenziato difficoltà di utilizzo, in quanto i risultati ottenuti tramite la sua applicazione sono influenzati da diversi fattori: specie, stadio di maturazione dei frutti, varietà, dose, tempistica nel trattamento, ecc. Nel melo, l'utilizzo di 1-Mcp è facilitato rispetto al pero, per il quale un calcolo errato nelle dosi può provocare la completa non maturazione del frutto, con tutte le implicazioni che ne derivano.

A causa di queste criticità, diversi enti di ricerca hanno concentrato i propri sforzi nel capire le strategie più idonee per poter utilizzare l'1-Mcp. Uno studio condotto presso l'Università di Davis, in California, ha valutato l'utilizzo frazionato dell'1-Mcp in diversi momenti durante la conservazione della varietà di pero Williams. L'esperimento prevedeva un trattamento alla raccolta a dosi crescenti, e altri due interventi posizionati rispettivamente a 38 e 68 giorni dall'inizio della conservazione in cella frigorifera.

I risultati dimostrano come l'applicazione in raccolta a basse dosi di 1-Mcp, seguita da dosi scalari e crescenti durante la conservazione, sia il sistema che garantisce allo stesso tempo la migliore conservabilità e qualità del frutto. Per il buon esito dell'operazione è fondamentale la tempistica con i quali vengono effettuati i trattamenti durante la conservazione, che si devono basare sul quantitativo di etilene che il frutto produce.

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