Attualità
Guernelli: «Saper vendere (ortofrutta) è un lavoro»
Per il manager di Conad il salto di qualità passa per la formazione degli addetti
Amazon ha spazi virtuali infiniti, i negozi invece devono competere con spazi finiti, a volte anche insufficienti. In più, gli italiani rispondono che il posto più bello dove fare la spesa di frutta e verdura è l’azienda agricola (nel 2016 l’ha scelta il 36,6% degli intervistati del Monitor Ortofrutta di Agroter) perché poetica, sicura e basata sul rapporto diretto. Ma, nel momento in cui forma gli addetti e informa il consumatore, forse anche il supermercato può “dire la sua”, in quanto capace di fornire prodotti freschi e diversi ogni giorno.
Primo obiettivo? “Alzare il livello professionale dei nostri addetti e migliorare il livello di informazione che possono dare”. Da queste riflessioni - uno dei leit motiv dell'evento Think Fresh a Firenze - inizia il ragionamento di Gianmarco Guernelli, responsabile nazionale Ortofrutta di Conad. Che spiega: “Per fare quel famoso salto di qualità che abbiamo in mente e portare migliorie nei nostri reparti dobbiamo pensare da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Fino a poco tempo fa, infatti, quello dell’ortofrutta era il reparto punitivo di tutto il negozio: quindi anche gli operatori e gli addetti erano all’altezza della nomea del reparto. Poi, via via, per frutta e ortaggi si è affinata una comunicazione strategica e trovata la collocazione ideale che desse risposte a chi veniva a fare la spesa”.
“Oggi – continua il manager di Conad - il posto giusto è all’entrata del negozio, non solo perché crea distintività, ma anche perché dà risposte al mercato che cambia in modo molto veloce: dalle sfide dei nuovi competitor fino alle opportunità legate ai nuovi prodotti, alle differenti occasioni di consumo o tendenze, vedi il calo del consumo delle carni”.
“Per continuare a migliorare, però, dobbiamo investire molto sulle persone che operano all’interno del reparto: ci vuole più professionalità, non solo legata alla conoscenza e alla gestione del banco, ma anche alla stagionalità, dedicando i giusti spazi ai prodotti giusti e intervenendo tempestivamente sulle criticità. Il tutto per non deludere le aspettative del consumatore”.
Formazione degli addetti, dunque. “Devono essere più capaci e consapevoli – osserva Guernelli – Non vogliamo super tecnici, ma persone che sappiano quello che devono fare affinché il consumatore trovi tutto quello che si aspetta”.
E poi l’assortimento varietale. “Abbiamo introdotto tante varietà di mele, pomodori e kiwi ma forse non abbiamo comunicato in modo corretto le differenze tra l’una e l’altra. Così come spesso abbiamo inserito all’interno dei nostri punti vendita dei prodotti che eccellenti per un periodo, in altri momenti erano pessimi o non all’altezza. Anche gli acquisti, quindi, devono essere gestiti in modo più razionale”.
Insomma, tante sfaccettature per dare al consumatore le informazioni necessarie a fare una scelta corretta. “L’aspetto informativo è fondamentale – conclude Guernelli – Dobbiamo cambiare approccio nel reparto ortofrutta perché oggi le dinamiche di acquisto sono diverse e più veloci. Dobbiamo essere capaci di comunicare sul packaging e integrare con poche info chiare nel punto vendita. Se lavoriamo bene in questo senso, possiamo ottenere risultati importanti”.
Copyright 2016 Italiafruit News
Primo obiettivo? “Alzare il livello professionale dei nostri addetti e migliorare il livello di informazione che possono dare”. Da queste riflessioni - uno dei leit motiv dell'evento Think Fresh a Firenze - inizia il ragionamento di Gianmarco Guernelli, responsabile nazionale Ortofrutta di Conad. Che spiega: “Per fare quel famoso salto di qualità che abbiamo in mente e portare migliorie nei nostri reparti dobbiamo pensare da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Fino a poco tempo fa, infatti, quello dell’ortofrutta era il reparto punitivo di tutto il negozio: quindi anche gli operatori e gli addetti erano all’altezza della nomea del reparto. Poi, via via, per frutta e ortaggi si è affinata una comunicazione strategica e trovata la collocazione ideale che desse risposte a chi veniva a fare la spesa”.
“Oggi – continua il manager di Conad - il posto giusto è all’entrata del negozio, non solo perché crea distintività, ma anche perché dà risposte al mercato che cambia in modo molto veloce: dalle sfide dei nuovi competitor fino alle opportunità legate ai nuovi prodotti, alle differenti occasioni di consumo o tendenze, vedi il calo del consumo delle carni”.
“Per continuare a migliorare, però, dobbiamo investire molto sulle persone che operano all’interno del reparto: ci vuole più professionalità, non solo legata alla conoscenza e alla gestione del banco, ma anche alla stagionalità, dedicando i giusti spazi ai prodotti giusti e intervenendo tempestivamente sulle criticità. Il tutto per non deludere le aspettative del consumatore”.
Formazione degli addetti, dunque. “Devono essere più capaci e consapevoli – osserva Guernelli – Non vogliamo super tecnici, ma persone che sappiano quello che devono fare affinché il consumatore trovi tutto quello che si aspetta”.
E poi l’assortimento varietale. “Abbiamo introdotto tante varietà di mele, pomodori e kiwi ma forse non abbiamo comunicato in modo corretto le differenze tra l’una e l’altra. Così come spesso abbiamo inserito all’interno dei nostri punti vendita dei prodotti che eccellenti per un periodo, in altri momenti erano pessimi o non all’altezza. Anche gli acquisti, quindi, devono essere gestiti in modo più razionale”.
Insomma, tante sfaccettature per dare al consumatore le informazioni necessarie a fare una scelta corretta. “L’aspetto informativo è fondamentale – conclude Guernelli – Dobbiamo cambiare approccio nel reparto ortofrutta perché oggi le dinamiche di acquisto sono diverse e più veloci. Dobbiamo essere capaci di comunicare sul packaging e integrare con poche info chiare nel punto vendita. Se lavoriamo bene in questo senso, possiamo ottenere risultati importanti”.
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