Ciliegie pugliesi, l'Sos dei produttori in Tv

Concorrenza turca ed egiziana, costi di manodopera. Sequestro al Car

Ciliegie pugliesi, l'Sos dei produttori in Tv
Mentre al Car di Roma, nei giorni scorsi, sono state sequestrate dieci tonnellate di ciliegie di incerta provenienza prive dei documenti di accompagnamento, i produttori pugliesi, dopo una stagione nera, puntano il dito contro la concorrenza estera a basso costo. Lo hanno fatto davanti alle telecamere del programma L’aria che tira, durante l'ultima puntata della trasmissione che va in onda su La7.

Il reportage inizia nei ceraseti di Sammichele di Bari. Negli ultimi anni in Puglia, spiega la giornalista Fabrizia Aralla, la produzione di ciliegie è calata per le piogge abbondanti e il clima sempre più imprevedibile mentre nel porto di Bari, tra aprile e giugno, arrivano i frutti d'importazione, in primis da Egitto e Turchia, che fanno crollare i prezzi: i Paesi dai quali provengono, infatti, beneficiano di costi di manodopera nettamente inferiori.



“Siamo inflazionati da prodotti provenienti dall’estero che non offrono alcuna garanzia di qualità”, spiega davanti al microfono il produttore Emilio Cirillo Farrussi.
E Sergio Curci della Coop Arca Fruit rincara la dose fornendo un dato: “una giornata di lavoro in Italia costa mediamente tra i 67 e i 72 euro, mentre un operaio egiziano guadagna mediamente 110 dollari il mese. Non c'è paragone...”.



“Basta un’annata come quella 2016 per compromettere tutto e non riuscire a… mangiare”, la riflessione di un altro produttore, Vincenzo Patruno il quale - spiega la giornalista de La7 - “nella sua azienda ha iniziato a produrre anche mandorle e albicocche, perché di sole ciliegie non si vive più”.

“Finchè resteranno queste regole i produttori italiani non potranno competere”, aggiunge Patruno. “Il nostro prodotto non è tutelato”, affermano in coro sconsolati gli operatori pugliesi prima che il servizio televisivo faccia cenno alle grandinate degli scorsi mesi e alla richiesta dello stato di calamità da parte della Regione Puglia a fronte di danni stimati in 90 milioni di euro.

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